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Il 10 marzo del 1952, con l’appoggio delle lobby dello zucchero e con il beneplacito di Washington, il sergente Fulgencio Batista instaura la dittatura nell’isola di Cuba con un colpo di Stato.
Il 26 luglio dell’anno successivo, uno studente universitario - Fidel Castro - guiderà in opposizione al regime, insieme al fratello Raul e alla testa di un centinaio di studenti, l’assalto alla caserma Moncada, avvenimento convenzionalmente indicato come inizio dei fatti svoltisi nello Stato durante gli anni Cinquanta.
L’attacco fallisce e i suoi esecutori vengono arrestati, torturati, uccisi. Imprigionato insieme a 25 compagni, Castro cambierà il nome dell’organizzazione da lui guidata, da Il Movimento a Movimento del 26 luglio (M-26-7), in memoria della data dell’attacco alla caserma di Moncada.
Il Movimento 26 luglio e la rivoluzione
“Il Movimento 26 Luglio - affermava il 19 marzo 1956 - è l’organizzazione rivoluzionaria di tutti gli uomini umili e che agisce in favore degli umili. Se una speranza di riscatto esiste per la classe operaia cubana, cui nulla possono offrire le varie camarille politiche, essa è rappresentata da questo movimento, che è anche una speranza di terra per i contadini che vivono come paria in quella patria che i loro avi hanno liberato, una speranza di ritorno per quegli emigrati che hanno dovuto abbandonare una terra che era la loro, ma che non offriva né lavoro né vita, una speranza di pane per gli affamati e di giustizia per gli oppressi (...) Il Movimento 26 Luglio lancia un invito caloroso a serrare le fila e è pronto ad accogliere tutti i sinceri rivoluzionari di Cuba, senza riserva alcuna, da qualunque partito provengano, quali che possano essere state le divergenze passate. Il Movimento 26 Luglio rappresenta l’avvenire migliore e più giusto per la patria e quest’impegno d’onore, solennemente preso di fronte al popolo, sarà mantenuto”.
Nella notte di Capodanno del 1959 i rivoluzionari liberano L’Avana costringendo alla fuga Batista e i suoi seguaci. Un mese dopo Fidel Castro viene nominato primo ministro.
“La Rivoluzione ha davanti degli ostacoli - dirà nel suo discorso di insediamento Fidel - non può fare le cose alla perfezione, ha i suoi errori; ma la Rivoluzione ha un perenne proposito di superarsi, di rettificare in quelle cose dove ha commesso errori. Ciò che non farà mai la Rivoluzione è patteggiare una negazione dei principi per i quali stiamo lottando”.
La reazione americana contro i rivoluzionari non si farà attendere e alla iniziale sospensione delle attività di importazione dello zucchero seguirà, il 17 aprile 1961, lo sbarco nella Baia dei Porci di circa 1.500 anticastristi armati dagli Stati Uniti. Il 1962 è l’anno più duro.
Con il Proclama 3447 del 7 febbraio entra in vigore il blocco economico contro l’isola, formalmente ancora attivo (per circa trenta volte, nella storia, le Nazioni Unite hanno condannato il blocco statunitense, ma dal 1962 e, in seguito, con l’inasprimento apportato dalla famigerata legge Helms-Burton firmata da Bill Clinton prima e con l’amministrazione Trump poi, le imposizioni non si sono mai fermate, neanche sotto la Presidenza Obama, neanche durante la pandemia).
Il 14 ottobre dello stesso anno un aereo spia U-2 statunitense evidenzia la costruzione di una postazione missilistica sull’isola di Cuba. Kennedy ordina la quarantena navale: qualsiasi nave che tenti di forzare il blocco (effettivo a partire dalle 10 del 24 ottobre) verrà fermata anche con il ricorso armi.
Il mondo è sull’orlo della guerra
Alle ore 12 del 25 ottobre un preoccupato Giovanni XXIII dirige ai popoli del mondo intero e ai loro governanti un appello per la pace immediatamente diffuso in ogni continente dalla stazione Radio Vaticana.
Forse anche grazie all’intercessione del pontefice, come dicono alcuni, forse no, la guerra non scoppia e il 26 ottobre Kruscev avanza l’offerta di ritiro dei missili dietro la promessa degli Stati Uniti di non invadere l’isola. Il 28 ottobre la crisi può considerarsi finita e la quarantena navale viene rimossa il 20 novembre.
Kennedy però intensifica le sanzioni contro Cuba, proibendo anche il trasporto di merci statunitensi su navi straniere che avessero fatto tappa nei porti cubani e varando l’8 luglio 1963 i Cuban Assets Control Regulations (CACR).