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“Mentre il mondo chiede a gran voce la sospensione temporanea dei brevetti per i vaccini anti Covid, come uno degli strumenti fondamentali per aumentarne la produzione, abbassarne il costo e bloccare la pandemia, in Italia accade il paradosso: nel 2021, l'Ufficio italiano brevetti e marchi (Uibm) ha accordato l'estensione fino a 5 anni, oltre i 20 canonici, per i brevetti relativi a due vaccini per due società: la tedesca Curevac e l'inglese Oxford University, la prima relativamente al vaccino Astrazeneca, e la seconda per i vaccini Pfizer e Moderna”. È quanto denuncia il Comitato italiano della campagna europea 'Nessun profitto sulla pandemia', di cui la Cgil fa parte.
Nel corso della trasmissione 37e2 di Radio Popolare infatti, come si spiega nel comunicato del Comitato che si invia in allegato, sono stati illustrati i risultati di un’indagine inedita realizzata da Lorenzo Cassi, professore associato di Economia alla Sorbonne Université, e dal conduttore nonché portavoce della Campagna Right2cure Vittorio Agnoletto. “Questo prolungamento del certificato di protezione sul brevetto – si spiega – costituisce di fatto un blocco alla ricerca di altri vaccini per altre aziende operanti in Italia, e potrebbe verificarsi l'assurdo che vaccini prodotti in altri paesi, come il Sudafrica, dove questi brevetti sono scaduti, non potranno essere commercializzati in Italia. Tutto questo si traduce in un danno per la salute pubblica, ma in profitti miliardari per Big Pharma”.