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"Le morti in mare non sono incidenti imprevedibili, ma le conseguenze di politiche sbagliate. Per questo oggi torniamo a rivendicare politiche nazionali ed europee eque ed efficaci sull'immigrazione e sul diritto di asilo, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato e a pochi giorni da quella che potrebbe rivelarsi la più grande tragedia del Mediterraneo, una strage di giovani, donne e bambini al largo delle coste della Grecia". Lo afferma la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli.
"Le guerre, le carestie, le conseguenze dei cambiamenti climatici, il terrorismo, i regimi dispotici, le persecuzioni di minoranze e le violazioni dei diritti umani - prosegue la dirigente sindacale - costringono milioni di persone a lasciare il proprio Paese. Quest'anno, come rilevato dall'UNHCR, abbiamo raggiunto la cifra record di 108,4 milioni di rifugiati, con un aumento senza precedenti di 19,1 milioni rispetto all'anno precedente".
"Di fronte a questo quadro - sottolinea Gabrielli - non è pensabile proseguire con politiche che, come previsto anche da quanto varato con il decreto Cutro, non fanno altro che aumentare situazioni di irregolarità ed esclusione, smantellare la protezione speciale, ostacolare il diritto al ricorso dei richiedenti asilo che ottengono un diniego".
"Chiediamo - aggiunge la segretaria confederale - che il diritto all'accoglienza venga garantito a tutti i richiedenti protezione con politiche che riconoscano la libertà di circolazione alle persone in una dimensione multilaterale tra Paesi, consentendo le vie legali e sicure di accesso e rimuovendo ogni ostacolo all'accesso alla protezione internazionale. Inoltre, vanno superate le politiche fallimentari di esternalizzazione delle frontiere e gli accordi sui respingimenti, intervenuti a diversi livelli, di chi fugge da contesti come quello della Libia o della Turchia".
"Infine, come più volte proposto dalla Cgil, insieme a molte altre associazioni, occorrono strutture di accoglienza che rispondano alla dignità umana, finanziate e gestite adeguatamente. C’è bisogno - conclude Gabrielli - di migliorare e rendere stabili i servizi complessivi a supporto di un sistema organico dell'accoglienza, del riconoscimento e dell'integrazione per i migranti, rifugiati e richiedenti asilo".