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(In occasione del trentesimo anniversario del massacro di piazza Tienanmen, quando, la notte tra il 3 e il 4 giugno 1989, l’esercito cinese soffocò nel sangue la rivolta degli studenti e dei lavoratori, uccidendo tra le duemila e le tremila persone, proponiamo un editoriale pubblicato sul sito della federazione sindacale internazionale Uita. d.o.)
I lavoratori di Hong Kong si riuniranno il 4 giugno per mantenere viva la promessa e la memoria del movimento democratico cinese del 1989 e dei sindacati autonomi auto-organizzati dei lavoratori che sfidarono le strutture sindacali ufficiali del Partito-Stato. La confederazione dei sindacati di Hong Kong (Hkctu), l'unico sindacato indipendente in Cina, ha tenuto viva la memoria attraverso manifestazioni ed eventi pubblici ogni anno, da quando, tre decenni fa, i carri armati entrarono in piazza Tienanmen e migliaia di persone furono arrestate e imprigionate in tutta la Cina. I sindacati di tutto il mondo dovrebbero essere altrettanto espliciti e manifesti nel loro sostegno.
Mentre molto è cambiato in Cina, compresa la comparsa dell'azione collettiva di massa da parte dei lavoratori, l'apparato repressivo che fu riorganizzato, centralizzato e perfezionato nel 1989 rimane al suo posto. Questo apparato include la Federazione dei sindacati di tutta la Cina (Acftu), che ha costantemente collaborato con il governo e i suoi servizi di sicurezza per ostacolare gli sforzi di organizzazione indipendente dei lavoratori.
All'inizio di quest'anno decine di attivisti sindacali e sostenitori dei diritti dei lavoratori in tutta la Cina sono "scomparsi" o sono stati posti in detenzione penale dopo che, nel 2018, i lavoratori della Jasic Technology avevano provato a formare un sindacato. L'Acftu non è stata semplicemente passiva, ma ha svolto un ruolo attivo nella repressione. Tuttavia, per gran parte del movimento sindacale, la repressione in Cina è stata ridotta a un semplice punto all'ordine del giorno, sempre che figuri in agenda, o banalizzata per stabilire l'etichetta corretta nel caso in cui si incontrasse un rappresentante della Acftu.
E' la pura e semplice scala della repressione in Cina che ne intorpidisce la percezione, i principi e la solidarietà? Un milione o più di uiguri e altri popoli della Cina occidentale, in gran parte musulmani e in gran parte di lingua turca, sono stati internati nei "campi di rieducazione attraverso il lavoro". Con l'aiuto della tecnologia statunitense, il governo ha costruito un database genetico obbligatorio degli uiguri per facilitare la sorveglianza di massa. La tecnologia di riconoscimento facciale basata sull'intelligenza artificiale, destinata alle minoranze, è in uso in tutta la Cina. Il movimento operaio ha da sempre preso posizione contro l'incarcerazione di massa, la sorveglianza di massa e il lavoro forzato. Eppure oggi queste violazioni sistematiche dei diritti sono accolte nel silenzio. C'è qualcuno che crede che questa vasta macchina di repressione e sorveglianza non sia diretta contro coloro che lottano per i diritti dei lavoratori e le libertà civili? Possiamo condannare la vile sorveglianza di Amazon sui suoi lavoratori e rimanere in silenzio di fronte a una sorveglianza su una scala incomparabilmente più ampia?
La censura in Cina si consuma e scorre, con obiettivi in continua evoluzione. Documenti della storia passata - il Grande balzo in avanti, o la Rivoluzione culturale, per esempio - emergono occasionalmente e aprono una discussione limitata, prima che la politica e il potere li consegnino di nuovo al buco della memoria. Il movimento democratico e la sua brutale soppressione rimangono tabù. Con l'avvicinarsi del 4 giugno, ci saranno nuovi arresti, detenzioni e sforzi per cancellare ogni riferimento agli eventi del 4 giugno 1989 e al loro significato da internet, dalle comunicazioni private e dalla memoria.
L'Hkctu sta lottando contro il costante soffocamento dello spazio democratico di Hong Kong, dove i leader del Movimento Occupy sono stati recentemente condannati a detenzioni, mentre gli stessi leader sindacali dell'Hkctu sono sotto accusa. Ciononostante, essi mantengono un costante sostegno alla lotta per i diritti dei lavoratori sul continente e prevedono di essere nelle strade il 4 giugno. La Uita è orgogliosamente al loro fianco.
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La violenza dell'89 consentì al partito/stato cinese la ristrutturazione dell'economia. Ne è scaturita una nuova società, dove 150 milioni di migranti offrono le loro braccia a buon mercato. Così è nata la Cina fabbrica del mondo.