Il Parlamento e il Governo italiano devono mandare un segnale di pacificazione dando corso al riconoscimento dello Stato di Palestina. La richiesta va avanzata in sede europea "per riprendere con determinazione una nuova stagione di politica regionale di integrazione e di cooperazione nella regione del Mediterraneo e del Medio Oriente". Così in un comunicato la Rete italiana pace e disarmo di cui fa parte anche la Cgil. I fatti di questi giorni sono sotto gli occhi di tutti, con l’ennesima operazione militare israeliana in Cisgiordania, nel campo profughi di Jenin, che la Rete condanna al pari dell’uso della violenza da parte palestinese. 

"Quanto sta accadendo in questi giorni a Jenin con morti, feriti, distruzioni di case, strade, acquedotto, sistema elettrico, con oltre 4.000 persone costrette ad evacuare, è il seguito di ciò che è successo prima ed anticipa ciò che succederà il giorno dopo in Israele, una sequela di vendette e di lutti che da decenni colpisce entrambe le popolazioni, anche se con proporzioni diverse, ma poco conta, e senza soluzione di continuità, salvo che, la Comunità Internazionale decida di fermare questo stillicidio di vite e uso della violenza riaffermando il primato del diritto internazionale e il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato ed obbligando il governo israeliano a ritirare le proprie truppe dai territori palestinesi fissando il confine tra i Sue stati sulla così chiamata "Linea Verde", antecedente alla guerra dei sei giorni del giugno del 1967", si legge in una nota.
 
Per la Rete "condannare la violenza non è più sufficiente. Occorre esigere il riconoscimento dello stato di Palestina al fianco dello stato d’Israele, per porre fine ad una guerra mai terminata e ad una annessione di territorio per le vie di fatto, illegale e foriera di questa spirale di odio, violenza e vendette funzionali solamente a chi continua a vedere la regione del Medio Oriente come un terreno di scontro e di guerre per propri calcoli ed interessi strategici e non come una regione di convivenza e di integrazione tra culture e religioni diverse".

"Riconoscere il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato è il miglior investimento anche per il popolo israeliano per uscire dal ricatto della sicurezza nazionale che ha militarizzato intere generazioni e ristretto spazi di libertà e di democrazia nella propria comunità", termina la nota.