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Limite dello straordinario a 400 ore l'anno e settimana lavorativa a 48 ore o a sei giorni. Sono gli ultimi provvedimenti sul lavoro imposti dal premier Viktor Orbán e approvati nel Parlamento ungherese dal partito Fidesz senza alcuna forma di dialogo sociale e di coinvolgimento delle rappresentanze del lavoratori. Dura la presa di posizione della Cgil: "Esprimiamo la nostra solidarietà ai sindacati e ai movimenti sociali che in Ungheria si stanno battendo, nelle istituzioni e nelle piazze, contro questi provvedimenti legislativi", si legge in una nota Fausto Durante, coordinatore dell'Area delle politiche europee e internazionali della Cgil.
Si tratta di "un tempo di lavoro straordinario nella completa disponibilità dei datori di lavoro – attacca il sindacalista –, che potranno avere una formidabile arma di pressione nei confronti dei lavoratori, per intensificare ritmi e tempi della produzione senza contrattazione collettiva né confronto con le rappresentanze sindacali nei luoghi di lavoro".
Non solo: "Portare unilateralmente l'orario a 48 ore o a sei giorni lavorativi a settimana, come sarà possibile oggi - senza, peraltro, alcuna certezza su tempi e modalità di pagamento dello straordinario - significa affermare ancora una volta il principio dell'unilateralità decisionale delle imprese e scaricare solo sul lavoro la ricerca della competitività".
I sindacati ungheresi definiscono queste nuove leggi come "provvedimenti schiavistici" e sono in prima linea nella contestazione. "Ci uniamo a loro e faremo sentire la nostra voce, nella discussione europea e internazionale, perché i principi del dialogo sociale, del modello europeo, dei diritti sindacali e del lavoro siano riaffermati in Ungheria", conclude Durante.