L’esito del voto francese sotto la lente d’ingrandimento della sociologa francese Dominique Méda, docente all’Université Paris Dauphine, SNS Ciampi visiting scholar e autrice del saggio Il Manifesto del lavoro. Lo spostamento dei voti tra il primo e il secondo turno, la scelta del popolo francese e il ruolo della classe lavoratrice. 

Dominique Méda, l’alta affluenza alle urne ha favorito la sconfitta del Rassemblement National di Marine Le Pen: chi è andato a votare per determinare la vittoria del Nuovo fronte popolare? 

Come prima cosa bisogna dire che c’è stata una fase di ritiro, è molto importante, la desistenza. Tutta una serie di candidati si sono ritirati per evitare elezioni triangolari. In secondo luogo lo sbarramento repubblicano ha funzionato: il Nuovo fronte popolare al primo turno è accorso ai candidati della coalizione Ensemble e ai repubblicani nell’eventualità di un duello contro il Ressamblement national. In misura minore, anche gli elettori della precedente maggioranza presidenziale sono cambiati, ma solamente quando il candidato del Nuovo fronte popolare non è più stato il candidato de La France insoumise (il partito di Jean-Luc Mélenchon, ndr). Nel dettaglio, il 70% degli elettori del Fronte popolare al primo turno ha votato i Repubblicani e il 79% degli elettori della coalizione Ensemble ha fatto lo stesso. Il duello Ensemble-Ressamblement national ha visto il 72% dei votanti del Fronte popolare votare Ensemble al primo turno, comparato con il 53% dei Repubblicani e altri elettori dell’area di destra. Lo sbarramento è stato meno efficace nel caso del duello tra le destre e i candidati del Ressamblement national. Quando il candidato del Fronte popolare era un socialdemocratico, un ecologista o un comunista, il 54% degli elettori di Ensemble al primo voto hanno votato per lui o lei, ma solamente il 29% dei repubblicani e altri elettori di destra lo hanno scelto. Molti di loro hanno votato il partito di Le Pen, oppure scheda bianca, o hanno invalidato il voto, oppure si sono astenuti.

I francesi hanno preferito l’instabilità, viste le divisioni interne alle coalizioni vincenti, come prezzo per l’antifascismo: cosa potrà accadere ora per la formazione del governo? 

Tutto dipende dall’abilità del Nuovo fronte popolare nel raggiungere un accordo e designare un potenziale primo ministro al suo interno. Poi sta tutto alle decisioni del presidente Emmanuel Macron. È nei suoi poteri nominare il primo ministro e potrebbe scegliere qualcuno del Fronte popolare, ma non è necessariamente obbligato a farlo. Poi se ci sarà o no una coalizione? Ne sapremo di più nei prossimi giorni.

Quali sono le prospettive per la classe lavoratrice? 

Parte della classe dei lavoratori ha votato per Ressamblement di Le Pen perché sono vessati al lavoro e devono affrontare molti problemi. La prima misura che si dovrà mettere in campo per rassicurarli dovrà essere mirata, se si vuole evitare nuove elezioni legislative entro l’anno o l’elezione di Marine Le Pen alle prossime presidenziali.

Il Ressemblement national non ha vinto, ma non è morto: continua a rimanere pericoloso?

Certo che sì! Ha raddoppiato il numero dei suoi seggi in Parlamento. Le sue idee hanno preso piede nel Paese, in particolare grazie ai media, che sono posseduti dai milionari che supportano la destra estrema. Se l’attuale legislatura non riesce a mostrare che può migliorare la situazione dei cittadini più modesti, il partito di Le Pen finirà col prendere il potere.

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