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Oggi, 21 settembre, Giornata internazionale della Pace indetta dall’Assemblea delle Nazioni Unite, nasce la nuova Rete italiana Pace e Disarmo dalla convergenza delle due reti: Rete della Pace e Rete Disarmo. La data non è casuale ma fortemente voluta dalle associazioni e dai sindacati che hanno deciso di portare a termine un percorso di cooperazione avviato nel 2014 con l’Arena di Pace a Verona e proseguito con la gestione comune di molte iniziative. E, quando oramai siamo tutti abituati ad annunci di divisioni e spaccature in ogni ambito della nostra società, l’annuncio di una unione è di per sé una notizia, anzi una bella notizia.
La nuova rete eredita un patrimonio di competenze e di iniziative maturate in decenni di impegno per la promozione della cultura della pace, della nonviolenza e per il disarmo che hanno visto protagonisti associazioni, sindacati, comitati, gruppi, scuole, volontari e giovani in servizio civile in ogni angolo del nostro Paese. Lo slogan scelto per l’annuncio: “L’unione fa la forza”, evoca la strada percorsa in questi ultimi anni e invita a unire le energie e le intelligenze per contrastare i nuovi venti di guerra, la corsa al riarmo, le nuove ondate di razzismo, le diseguaglianze, la repressione e le violazioni dei diritti umani che crescono dentro le crisi e tra le crepe del modello di sviluppo dominante, accentuate dalle politiche neo-liberiste e da una globalizzazione oramai sfuggita dal controllo delle popolazioni e della politica.
E allora non c’è tempo da perdere, occorre l’impegno, la partecipazione e la mobilitazione di tutti per fermare la corsa di chi sta andando verso una società di muri e di filo spinato, lasciando il pianeta desertificato e intossicato, con l’1% della popolazione opulenta e il resto affamata e priva di diritti, pensando che con guerre, armi ed eserciti si possa governare il Pianeta. Il movimento per la pace c’è. Chi manca all’appello è la politica, sono le istituzioni non più in grado di dare le risposte alle crisi e di agire coerentemente con i principi e i valori universali e, nel nostro caso, applicando la nostra costituzione.
Occorre quindi rilanciare la mobilitazione e l’azione politica dal basso, ricreare i luoghi della partecipazione e della socialità, rompere il guscio dei localismi e della difesa degli interessi dei pochi per conquistare le libertà e i diritti universali di tutti. Schierarsi a favore di chi accoglie e di chi salva le vite in mare. E se la promozione della pace “non è una passeggiata o un invito a nozze”, è con l’impegno quotidiano, con la solidarietà e con la responsabilità che si forgiano le risposte alle sfide che la nostra società ha di fronte, a partire proprio dalla pandemia del Covid-19, per prevenire, proteggere, curare e far ripartire il Paese.
Proposte che il movimento per la pace ha già elaborato e che sono oggetto delle campagne e delle richieste già presentate alle istituzioni, come la necessità di strutturare un sistema di difesa civile e nonviolenta, la ratifica del trattato per la messa al bando delle armi nucleari, gli investimenti in ricerca e finanziamenti per economia verde, con diritti e a uso civile, riconvertendo l’industria bellica e senza più puntare sul mercato internazionale delle armi. E ancora, la demilitarizzazione del territorio, il rilancio della cooperazione allo sviluppo sostenibile e ai processi di democratizzazione dei Paesi fragili per garantire a tutti il diritto ad una vita dignitosa, una politica estera che veda nel nostro Paese il partner affidabile per la costruzione della pace, della convivenza e per il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani nella regione del Mediterraneo e in Africa.
Sogni, utopie, buonismo? No, è quello che avremmo già dovuto fare prendendo il testimone da chi ha sacrificato la propria vita per le libertà, i diritti e la democrazia, dichiarando il rifiuto della guerra e della violenza, come mezzo per la soluzione dei conflitti e consegnandoci la dimensione universale dei diritti umani. Non sarà un compito facile, ma se sapremo cogliere il messaggio che oggi ci arriva da questa buona notizia, saremo più forti e più uniti nel cammino per la giustizia e la pace.
Benvenuta e auguri di buon lavoro alla Rete Italiana Pace e Disarmo.
Sergio Bassoli, area Politiche internazionali Cgil