"In Francia la situazione è molto complicata". È la fotografia del momento politico vissuto oltralpe scattata da Sophie Binet, segretaria generale della Cgt, intervenuta a Roma nella sede della Cgil per il confronto dal titolo "No all’austerità. Per un’Europa dei diritti, del lavoro e della solidarietà". Dopo il timore di una Marine Le Pen pigliatutto in seguito alla vittoria alle elezioni europee, e dopo l’affermazione alle elezioni politiche del luglio scorso della coalizione guidata da Jean-Luc Mélenchon, in Francia è andato in scena uno stallo politico durato oltre due mesi. La situazione si è sbloccata solo da pochi giorni con la formazione di un nuovo esecutivo, ancora nel segno e sotto l’influenza del presidente Macron.
"Il nostro obiettivo - afferma Sophie Binet - è difendere i lavoratori e ottenere avanzamenti. Per noi è positivo che il nuovo primo ministro non abbia la maggioranza. La sua debolezza mette i sindacati, i lavoratori, in una posizione di forza. Abbiamo già ottenuto l'annuncio del governo di abbandonare la riforma del sussidio di disoccupazione che avrebbe fatto risparmiare quattro miliardi sulla pelle di precari e senza lavoro. Abbiamo ottenuto l'annuncio dell’avvio di un dibattito sulla riforma delle pensioni per la quale ci battiamo da due anni. Si tratta di discussioni ancora troppo limitate ma rappresentano una prima apertura che prima non avevamo".
"Il governo - sottolinea Binet - ha annunciato un piccolo aumento degli stipendi. Il problema è cosa accadrà quando annuncerà una riduzione di 40 miliardi sulla spesa pubblica. Non conosciamo affatto i dettagli ma 40 miliardi sono una cifra colossale. Quindi, molto probabilmente, ci saranno misure drastiche. Sappiamo già che le pensioni non aumenteranno in linea con l'inflazione. Il governo deve prima essere trasparente e poi potremo organizzare la mobilitazione per far revocare queste misure. Lavoreremo per convincere quanti più deputati a non votarle. Il problema è che la Costituzione francese consente l’approvazione del bilancio senza votazione. Successivamente, l’unico modo che i parlamentari hanno per impedirlo è far cadere il governo. Ci troviamo quindi in una situazione di grande instabilità".
Sophie Binet elenca anche le principali richieste del sindacato francese: "La prima è l’aumento degli stipendi e delle pensioni. La seconda è l’abrogazione definitiva della riforma delle pensioni. E poi ovviamente pretendiamo le risorse per i servizi pubblici". In Francia - prosegue - “il deficit è molto ampio ma non perché in passato si sia dato ossigeno a questo settore. Il deficit è significativo - spiega Binet - perché Emmanuel Macron ha moltiplicato i regali per i più ricchi. Ogni anno tagliava le tasse di 73 miliardi di euro per i più ricchi e per le aziende più grandi. 73 miliardi. Quindi in realtà, per risolvere la situazione di bilancio basterebbe cancellare questi tagli fiscali. Ma è ciò che il governo non vuole fare. Preferisce falcidiare la spesa pubblica".
La leader della Cgt interviene anche sull'avanzata delle destre in molti Paesi europei: "Constatiamo che l’estrema destra prospera sul declassamento, sull’impoverimento delle popolazioni, sul fatto che non si riesca più a vivere del proprio lavoro, che l’industria non sia mai stata così debole rendendo la Francia non più autonoma sul piano produttivo. Il peggioramento del bilancio statale si riverbera sui servizi pubblici rendendoli sempre più poveri. Non appena le persone hanno i mezzi - prosegue - si rivolgono al settore privato, agli ospedali o alle scuole private. E abbiamo il deserto del servizio pubblico che avanza in tutti i territori, soprattutto sul fronte della sanità. Le politiche di austerità - conclude Binet - sono il carburante dell’estrema destra. È un circolo vizioso".