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"Dopo due anni di guerra in Ucraina credo sia ancora più forte la necessità di fermare la guerra che si è allargata in Africa, in Medio Oriente". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel corso del flash mob al Campidoglio a sostegno della pace e per il cessate il fuoco in occasione della giornata nazionale di mobilitazione promossa dalla coalizione Europe for Peace e AssisiPaceGiusta.
Mai come adesso, ha aggiunto, “credo ci sia bisogno di scendere in piazza, come faremo oggi in tutta Italia, per dire che c'è bisogno di pace, diplomazia e di politica”. Bisogna “fermare la corsa al riarmo. Abbiamo bisogno che la politica e la diplomazia tornino a svolgere il proprio ruolo e per questo è importante oggi essere qui”.
Per il leader della Cgil è necessario “rilanciare con forza questa battaglia e affermare il bisogno che cessino le armi in Ucraina, in Palestina, a Gaza, in Africa. Credo che oggi sia questo il messaggio più forte che deve arrivare: senza pace non c'è nemmeno la possibilità di dare un futuro al mondo, al Paese, alle persone”.
Non solo: “Bisogna fermare questa logica di guerra pericolosissima che aumenta anche la violenza dei rapporti tra le persone, quella sociale. Credo che essere qui con tante associazioni e un mondo così vasto che mette insieme il lavoro e le associazioni cattoliche e laiche sia molto importante perché la cultura della pace significa affermare un modello di vita e di lavoro fondato sulla dignità delle persone”.
Landini sottolinea anche la drammaticità di una fase in cui “stiamo vivendo un periodo di crisi della democrazia e di rottura in alcuni casi, proprio nel momento in cui sono aumentate le disuguaglianze, la guerra”.
Per questo non bisogna “fermarsi” ed è necessario che “i cittadini e le persone riprendano parola”, perché “democrazia è partecipazione, è la possibilità per le persone di contare, di decidere. Qualcosa che oggi non sta avvenendo”.
Si è venuta a creare una “situazione pericolosa e grave e questo è stato accompagnato da un progressivo peggioramento delle condizioni di vita delle persone”, perché, ha aggiunto il sindacalista, "quando aumentano sfruttamento e disuguaglianze, quando chi comanda è la finanza e non più la politica, è chiaro che questo determina una logica pericolosa”.
In questo quadro “l’aumento della corsa al riarmo è pericolosissimo. Noi abbiamo bisogno dell'opposto, di una quantità di risorse infinite da investire per la cura dell'ambiente, per un nuovo modello di sviluppo, da investire sulla formazione e per contrastare la precarietà”.
"Credo sia un altro il mondo che noi vogliamo costruire, credo che oggi sia il momento di affermarlo con molta forza”, ha concluso.