"L'Africa si sta digitalizzando, non così velocemente come dovrebbe, non sempre nelle aree in cui abbiamo bisogno, ma l'economia digitale sta trasformando il continente. Si tratta di sfide e opportunità enormi, che riguardano la trasformazione della vita dei lavoratori". È quanto afferma Ebrahim Patel, ministro del Commercio e dell'Industria del Sudafrica.
La tecnologia, per Patel, "è sempre stata una grande forza trasformatrice". E "l'intelligenza artificiale cambia le regole del gioco. Tradizionalmente, le macchine, la tecnologia, hanno sostituito i muscoli, e gli esseri umani si sono spostati su lavori più cerebrali. Quello che farà l'intelligenza artificiale sarà prendere parte a quel lavoro cerebrale e 'infettarlo', digitalizzarlo".
Per Patel si può e si deve "trasformare e governare tutto questo: le politiche pubbliche contano, gli accordi contano. In Sudafrica l'economia digitale potrebbe distruggere circa 3 milioni di posti di lavoro, ma, con il giusto mix di politiche, potrebbe crearne 4,5 milioni di nuovi".
Ma "occorre migliorare le competenze, creare infrastrutture, garantire l'accesso ai finanziamenti per imprese giovani. Nella scuola primaria, bisogna insegnare materie come la programmazione, bisogna insegnare ai bambini il linguaggio dell'economia digitale. Nella scuola secondaria e all'università l'apprendimento deve essere più agile, più adattabile, perché non sappiamo quali saranno le tecnologie del futuro".
Patel è stato ministro dello Sviluppo economico del Sudafrica. È stato attivo per molti anni nei movimenti anti-apartheid e del lavoro e in istituzioni dedicate al dialogo sociale. Ha diretto il sindacato dei lavoratori tessili sudafricani (Southern African Clothing and Textile Workers Union - Sactwu). Ha fatto parte dell'consiglio direttivo dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) per un decennio. Nel suo Paese ha guidato il team che ha elaborato una serie di leggi sul lavoro, compreso il Labour Relations Act del 1995.