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Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale delle Nazioni unite approva e proclama la Dichiarazione universale dei diritti umani. Il testo ufficiale della Dichiarazione è disponibile nelle lingue ufficiali delle Nazioni Unite, cioè cinese, francese, inglese, russo e spagnolo.
“L’Assemblea generale proclama la presente dichiarazione universale dei diritti umani - si legge nel Preambolo - come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione”.
Il preambolo enuncia le cause storiche e sociali che hanno portato alla necessità della stesura della dichiarazione, mentre gli articoli 1-2 stabiliscono i concetti basilari di libertà ed eguaglianza, gli articoli 3-11 altri diritti individuali, gli articoli 12-17 i diritti dell’individuo nei confronti della comunità, gli articoli 18-21 le libertà fondamentali (libertà di pensiero, di opinione, di fede religiosa e di coscienza, di parola e di associazione pacifica) e gli articoli 22-27 i diritti economici, sociali e culturali. I conclusivi articoli 28-30 definiscono aspetti generali che non possono essere usati contro i principi ispiratori della Dichiarazione stessa.
La dichiarazione sarà votata dall’Assemblea formata in quel momento da 58 paesi (senza l’Italia, entrata a far parte del consesso il 14 dicembre 1955): 48 di essi si dichiareranno a favore e firmeranno il documento, otto saranno gli astenuti, due gli assenti, nessun contrario. Pur non essendo formalmente vincolante per gli Stati membri, in quanto dichiarazione di principi, questo documento riveste un’importanza storica fondamentale in quanto rappresenta la prima testimonianza della volontà della comunità internazionale di riconoscere universalmente i diritti che spettano a ciascun essere umano.
Eleanor Roosevelt, sua ispiratrice, parlerà della dichiarazione come della Magna Carta internazionale dell’intera umanità. “Ci troviamo oggi - dirà - alla soglia di un grande momento nell’esistenza delle Nazioni unite e dell’umanità. Questa dichiarazione potrebbe diventare la Magna Carta internazionale, per ogni uomo e in ogni luogo”. Chiamata dal Presidente Truman “la first lady del mondo” per i risultati umanitari ottenuti nell’arco di tutta la sua vita, Eleanor Roosevelt lavorerà fino alla fine dei suoi giorni per ottenere l’attuazione dei diritti contemplati nella dichiarazione. “Fa ciò che senti giusto nel tuo cuore - era solita dire - poiché verrai criticato comunque. Sarai dannato se lo fai, dannato se non lo fai”.
“Tu devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, diceva Gandhi. Bene, impegniamoci per essere quel cambiamento. Noi. Tutti. Adesso. Se non ora, quando?