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Nora Cortiñas, nata a Buenos Aires 89 anni fa, è una delle fondatrici delle Madres de Plaza de Mayo. Nell’aprile del 1977, sotto la dittatura di Videla, suo figlio Carlos Gustavo fu sequestrato dai militari. Di lui non si è saputo più nulla (sono almeno 30 mila le persone desaparecidas nel corso della cosiddetta Guerra Sporca). Da allora, Cortiñas, col movimento delle Madres, è diventata un’icona della lotta per i diritti umani in Argentina.
“Come Madres facevamo disobbedienza civile senza saperlo, eravamo femministe senza rendercene conto”, racconta dal palco della conferenza sulla disobbedienza civile, organizzata a Barcellona da Òmnium Cultural. “Avevamo meno di 50 anni allora – dice rivolta a un pubblico che l’ascolta emozionato –, ora ne abbiamo 90, il nostro era un compromesso d’amore”. Raccomandando subito dopo: “Andate a vedere Plaza de Mayo, è la piazza dell’incontro, è una piazza magica”.
La incontriamo un paio di ore prima del suo intervento: minuta, con il fazzoletto bianco in testa e sul petto la fotografia del figlio. La sua agenda in Catalogna è fitta di impegni. L’indomani andrà al carcere di Lladoners a far visita a Jordi Cuixart, presidente di Òmnium, e agli altri leader indipendentisti in prigione. Ma quando sale sul palco, in lei non si intravede più alcuna traccia di stanchezza.
Rassegna Come nasce il movimento delle Madres de Plaza de Mayo?
Cortiñas Nel ’76 comincia in Argentina una dittatura feroce, ma già prima, nel ’74 e nel ’75, si era vissuta una dura repressione e si cominciava a parlare di molte donne alla ricerca dei familiari scomparsi. Con l’inizio della dittatura, questo fenomeno cresce, diventa di massa e sistematico. Cresce anche, parallelamente, la ricerca della verità da parte di molte madri. Nell’ambito di questo percorso, il 30 aprile del 1977, un gruppo di donne decide di andare a Plaza de Mayo per denunciare a viso aperto la scomparsa dei propri figli. Poco a poco, quello delle madri diventa ogni giovedì della settimana un appuntamento fisso.
Rassegna Perché le madri e non i padri?
Cortiñas L’idea fu di Azucena Villaflor (una delle fondatrici delle Madres de Plaza de Mayo, sequestrata il 10 dicembre 1977 e in seguito uccisa, ndr). Perché, a parte che in quel momento non c’erano molte famiglie in cui lavorassero entrambi i coniugi, si credeva che le madri avessero più tempo per andare in piazza. E anche perché quando noi andavamo a chiedere notizie dei nostri cari scomparsi, non ci importava nulla di cosa ci dicevano i militari, non andavamo per discuterci. Con i padri, invece, i militari discutevano la condotta dei figli, noi non andavamo a negoziare nulla, volevamo sapere solo cosa fosse successo ai nostri familiari.
Rassegna Da dove nasce la pratica del rapimento e della conseguente scomparsa per mano dei terroristi di Stato?
Cortiñas Quello che successe in Argentina era parte di un piano degli Stati Uniti per il Cono Sur dell’America Latina, passato alla storia come Operazione Condor. Le dittature in America Latina erano state programmate dagli Usa. La pratica della scomparsa forzata di persone si copiò dagli anni cinquanta in Indocina, già i francesi usavano questa forma di repressione, che fu importata nel nostro continente cominciando da Haiti. Un delitto orribile, il crimine dei crimini.
Rassegna Lo scorso giugno è stato ritrovato il nipote n. 130, figlio di una coppia desaparecida. Che sentimento le ha suscitato?
Cortiñas Un sentimento di gioia, ma anche di vittoria. Adesso, oltre alle nonne che cercano i loro nipoti, ci sono anche i nipoti, ormai 40enni, che cercano le nonne e rintracciano la loro identità attraverso Internet.
Rassegna Qual è il valore della memoria ai tempi del presidente Macri?
Cortiñas Noi continuiamo a fare sempre le stesse cose, costruiamo iniziative, rivendichiamo tutti i giorni il diritto alla verità per i detenuti scomparsi, raccogliamo la loro bandiera di lotta, partecipiamo ai movimenti sociali degli insegnanti, della salute, della casa, per i diritti umani. L’attuale governo è fascista, dice che i diritti umani sono solo un affare, mette in dubbio la dimensione del fenomeno dei desaparecidos, vorrebbe che non scendessimo in piazza, che non esistessimo.
Rassegna In Sudamerica il movimento femminista è uno dei soggetti fondamentali dell’opposizione ai regimi autoritari. Che ne pensa?
Cortiñas Le donne escono dall’invisibilità. È importante che reclamino i loro diritti, non vogliamo un’eguaglianza fittizia con gli uomini, denunciamo le canaglie che commettono i femminicidi e che denigrano la condizione umana. Però gli uomini e le donne devono salvare il mondo lottando insieme.
Rassegna È stata in questi giorni a visitare la Valle de los Caídos. Cosa pensa della discussione in atto in Spagna sulla riesumazione del corpo di Franco?
Cortiñas Bisogna tirarlo fuori di lì e consegnarlo alla sua famiglia, che se lo porti in un qualsiasi posto alla fine del mondo, dove nessuno lo veda. Trovo offensivo per il popolo spagnolo che non ci sia la riesumazione, che non ci sia la ricerca della verità e della giustizia.
Rassegna Perché il culto della memoria è così importante?
Cortiñas Perché la memoria fa sì che non tornino a ripetersi episodi che hanno insozzato in passato la storia dei popoli. Basti pensare che in Argentina abbiamo sofferto meno di due anni fa la morte di Santiago Maldonado (scomparso nell’agosto 2017 in seguito a una protesta realizzata dalla comunità mapuche nella provincia argentina del Chubut e ritrovato ucciso nell’ottobre successivo, ndr). L’atteggiamento negativo del governo Macri a questo riguardo ci dimostra che dobbiamo continuare a lottare molti anni ancora perché finisca questa perversione.
Rassegna Lei ha detto che in Argentina non ci sarà né perdono, né oblio…
Cortiñas Sì, non vogliamo né perdono, né oblio, né riconciliazione. Vogliamo che ci sia la prigione sicura e perpetua per tutti coloro che si sono macchiati di crimini di lesa umanità. Vogliamo la verità e la giustizia.
Rassegna Come si convive con la perdita di un figlio?
Cortiñas Con la lotta, appoggiando tutti i movimenti che cercano la giustizia e la verità.