C'è un'Italia fuori dall'Italia, è quella degli emigranti, fatta di generazioni di persone che per motivi di lavoro, di necessità o semplicemente per scelta si sono spostate in altre parti del mondo. Un bel pezzo di questa Italia si trova nel Regno Unito ed in particolare a Londra, dove si stima una presenza di oltre 400mila nostri connazionali: in pratica la capitale inglese è la sesta città italiana, subito dopo Genova.
La Brexit - che si è sovrapposta alla pandemia - ha certamente rappresentato un grosso problema per la comunità italiana in Uk, che ha però trovato un punto di riferimento importante nel patronato Inca Cgil, ad oggi l’unica organizzazione italiana accreditata dal governo britannico a fornire legalmente assistenza qualificata per il “Settled Status”, il sistema di registrazione della residenza dei cittadini europei in UK a seguito della Brexit. L'Inca ha così assistito migliaia di cittadine e cittadini italiani, continuando ad accompagnare ed accogliere quotidianamente lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, nelle loro pratiche assistenziali o previdenziali.
Ma l'Inca nel Regno Unito non è solo pratiche e assistenza, non è solo questo: è soprattutto un punto di incontro per la comunità italiana e per tante associazioni politiche, ambientaliste, antifasciste, che, in particolare nella sede di Londra, nel quartiere (a forte presenza italiana) di Islington, trovano un luogo comune, uno spazio accogliente dove sentirsi un po' a casa.
E allora, in occasione dell'incontro tra il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e la comunità degli italiani residenti a Londra, siamo andati a scoprire questo piccolo spazio di comunità nella grande metropoli inglese.