Garantire la parità di trattamento nel subappalto, regolamentare l'intermediazione del lavoro, compreso il divieto di distacco degli intermediari e migliorare i meccanismi di ispezione per proteggere i diritti dei lavoratori. Con questi obiettivi, questa mattina, davanti alla sede del Parlamento europeo a Strasburgo, oltre 700 lavoratrici e lavoratori dei settori delle costruzioni, dell'agricoltura e dei trasporti hanno manifestato per chiedere un'iniziativa vincolante da parte dell'Ue sugli intermediari del lavoro e condizioni eque nelle catene di subappalto. Alla manifestazione hanno partecipato anche numerose delegazioni dei sindacati di categoria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil e Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.

“Desideriamo sollecitare il Parlamento europeo appena eletto nel dare priorità a limitare il ricorso al subappalto e garantire parità di trattamento dei lavoratori, migliorando meccanismi di ispezione per proteggere i diritti degli operai anche a livello transnazionali", affermano in una nota Feneal, Filca e Fillea.

Per i sindacati “irregolarità e sfruttamento si amplificano nella lunga catena dei subappalti, aggravati dalla mancanza di controllo dell’intera filiera. Come sottolineato giovedì scorso nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di Brandizzo, diventa urgente un maggior coinvolgimento di parti sociali e lavoratori nella definizione di procedure più efficaci e sicure, la qualificazione delle imprese in appalto alla formazione, fino all'obbligo del badge elettronico, un monitoraggio delle presenze in cantiere e una verifica sul campo di orari e inquadramento contrattuale.

È ora di dire basta in tutta Europa al ricorso sfrenato al subappalto, e noi continueremo la battaglia in Italia”, concludono Feneal, Filca e Fillea, rilanciando “richieste urgenti da inserire nell'agenda politica internazionale per il benessere e il futuro di tutti i lavoratori”.

Presente a Strasburgo anche il segretario generale della Flai Cgil Giovanni Mininni: “Basta con lavoro nero e sfruttamento che si annidano nelle catene infinite dei subappalti e si diffondono sempre più nel settore agricolo. La legge 199 contro il caporalato e lo sfruttamento, conquistata con le nostre battaglie, si difende anche chiedendo che tutti i Paesi europei adottino misure concrete per affrontare questi fenomeni che non sono solamente italiani, ma frutto di un modello di sviluppo neoliberista che produce precarietà e meno diritti in tutto il Continente”.

Anche una delegazione delle Filt Cgil ha partecipato al presidio con le lavoratrici e i lavoratori provenienti da tutta Europa ribadendo la necessità “di trovare soluzioni, di avere più lavoratori diretti, più controlli ispettivi e di continuare la mobilitazione per portare avanti le nostre istanze”.