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"Negli ultimi anni, in Russia le voci libere e democratiche sono state represse con ferocia, i diritti delle persone detenute calpestati, ogni forma di dissenso è stata silenziata e lo stato di diritto gravemente compromesso”. Per questo motivo la Cgil nazionale partecipa alla fiaccolata in piazza del Campidoglio a Roma, in seguito alla morte dell’attivista Aleksej Navalny a circa un mese dalle elezioni presidenziali russe.
Il più noto oppositore di Putin è morto in un carcere siberiano mentre stava scontando una pena di 19 anni per motivi politici. Tre anni fa l’arresto dell’ideatore della Fondazione anti-corruzione e della Fondazione per la protezione dei diritti dei cittadini, entrambe smantellate dal Cremlino. Già nel 2020 Navalny aveva subito un tentativo di avvelenamento con gas nervino, al quale era però sopravvissuto.
Sulle circostanze della morte, bollate come "bugie” dalla moglie dell’oppositore Yulia Navalnaya, le autorità russe non fanno chiarezza e hanno finanche impedito alla madre di Navalny e ai suoi avvocati di rendere omaggio alla salma all’interno dell’obitorio nel quale si troverebbe.
Reazioni di condanna per la morte della più importante voce del dissenso russo si sono sollevate da alcune componenti della comunità internazionale alla quale Navalnaya ha lanciato un invito a “unirsi e sconfiggere questo regime malvagio e terrificante”.
Molte le manifestazioni di piazza, anche in Russia dove le forze di polizia hanno arrestato oltre 400 persone. A Roma, la fiaccolata in Campidoglio, alla quale hanno aderito, oltre a tutte le forze politiche, anche Cgil, Cisl e Uil. “Da sempre – si legge nella nota di Corso d’Italia – ci battiamo contro ogni forma di nazionalismo, populismo, autocrazia e dittatura. Tra le prime vittime dei movimenti autoritari e neofascisti ci sono le organizzazioni sindacali che lottano per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, per la libertà di associazione, per i diritti umani, per la democrazia e per la solidarietà”.
“Anche le manifestazioni dei movimenti pacifisti russi contro la guerra – ricorda la Cgil – sono state sciolte, e molti attivisti, giornalisti, politici di opposizione, femministe e attivisti lgbt sono ancora perseguitati torturati o addirittura incarcerati”. Da qui la presenza alla fiaccolata in Campidoglio, così come il sindacato sosterrà “tutte le iniziative a favore della pace affinché la violenza politica e militare non trovino cittadinanza nelle nostre società. Lo faremo a partire da sabato prossimo, 24 febbraio, in occasione delle manifestazioni che si svolgeranno in tutte le province d’Italia per chiedere il cessate il fuoco in Palestina e in Ucraina e per dire no a tutte le guerre e no al riarmo”.