Il 9 e 10 dicembre abbiamo partecipato all’incontro sindacale internazionale per la pace organizzato in Colombia tra Santa Marta e Ciénaga Magdalena. La due giorni è stata curata dall’Unità per l’attuazione dell’accordo di pace della presidenza della Colombia, in collaborazione con il Comitato per la Promozione della riparazione collettiva al movimento sindacale, Conare, e i centri sindacali colombiani Cut, Cgt, Ctc e Fecode e ha visto la partecipazione di più 40 rappresentanti dei sindacati di tutto il Paese.

Insieme alla Cgil, all’incontro erano presenti i sindacati spagnoli Comisiones Obreras e Unión General de Trabajadores, il sindacato dei Paesi Baschi Lab, e i sindacati argentini Cta e Cta-Autónoma.

La Colombia ha vissuto una guerra civile lunga oltre 50 anni che ha causato centinaia di migliaia di vittime, milioni di sfollati e lacerato profondamente la coesione del Paese. Conflitto al quale si è messo un punto ufficialmente a fine 2016, quando l’allora Presidente Juan Manuel Santos e il comandante delle Forze Armate Rivoluzionarie (Farc) firmavano a Bogotá il testo degli accordi di pace tra la guerriglia e lo Stato raggiunti qualche mese prima a Cuba.

Un accordo di pace che non ha mai realmente visto la sua piena attuazione, fino all’elezione di Gustavo Petro, primo presidente nella storia espressione della sinistra colombiana, che dal 2022 ha iniziato realmente a lavorare affinché gli accordi di pace venissero applicati. Un percorso non semplice e pieno di ostacoli, ma vitale per il Paese sudamericano e che necessita di tutto il supporto e l’attenzione possibile.

L’obiettivo dell’incontro è stato quello di promuovere una riflessione sul ruolo del movimento sindacale nella costruzione della pace e nella difesa dei diritti umani, provando a immaginare un’agenda condivisa e quanto più estesa possibile a livello internazionale che porti avanti questi valori. E che dia sostegno e forza al processo di pace in atto in Colombia.

Il primo giorno della conferenza si è lavorato suddividendosi in gruppi di lavoro e portando poi una sintesi in assemblea plenaria: trattando diversi temi tra i quali quello della storia e memoria del movimento sindacale, l’impegno del sindacato per ottenere verità e giustizia, la riaffermazione dell’importanza del processo di riparazione collettiva del movimento sindacale e infine la prospettiva possibile e indispensabile di un internazionalismo sindacale per la pace.

Un importante aspetto ha riguardato la violenza che i sindacati hanno dovuto subire e le sue conseguenze sui diritti del lavoro e la democrazia. Infatti, il movimento sindacale è tra i soggetti più colpiti, e nel corso degli anni ha dovuto subire e continua a subire ondate di violenza e morte a causa del suo continuo impegno nella costruzione di una prospettiva di pace.

Nel secondo giorno della conferenza, tenutasi a Ciénaga Magdalena, con la partecipazione della direttrice dell'Unità di attuazione dell'accordo di pace della Colombia, Gloria Cuartas, e di altre istituzioni del governo e dello Stato del Paese, si sono approfonditi i dibattiti avviati e si è presa la decisione di organizzare nel 2025 una grande conferenza sindacale internazionale in Colombia.

Un’iniziativa che dia continuità a questo incontro e continui a sostenere il processo per l'attuazione dell’accordo di pace e i processi di negoziazione per raggiungere la pace totale, così come la costruzione di un’agenda internazionalista per la pace e il disarmo. Una prospettiva di pace totale non può essere veramente attuata senza un movimento sindacale solido, coeso e forte.

Per concludere i lavori, si è tenuto un dibattito e un omaggio in Plaza de los Mártires alle vittime del “Masacre de las Bananeras” del 6 dicembre 1928: strage in cui per reprimere uno sciopero generale furono assassinati circa 3.000 lavoratori della United Fruit Company, oggi Chiquita Brands. Omaggio che ha incluso la testimonianza e il riconoscimento delle rivendicazioni delle famiglie di queste vittime, insieme a quelle originarie di Ciénaga che furono assassinate e fatte sparire durante il conflitto armato.

Il contesto globale non è mai stato così difficile, con una spesa militare mondiale arrivata alla cifra record di 2243 miliardi di dollari nel solo 2023, oltre cinquanta conflitti aperti nel mondo e una politica internazionale che sta andando sempre di più verso un’economia di guerra. Il rafforzamento di un internazionalismo per la pace e il disarmo deve necessariamente partire da questa analisi. Paradossalmente, è molto più facile parlare di guerra che di pace in questo momento. Ma proprio per questo il movimento sindacale deve necessariamente rafforzare la sua azione in questo senso.

Nei momenti bui della storia il sindacato è stato sempre in grado di essere il soggetto che riesce ad accendere la luce della speranza, a dare una prospettiva di trasformazione sociale e un’idea di mondo alternativa a quello presente. Il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori è legato a doppio filo al movimento pacifista: non esisterebbe sindacato senza prospettiva di pace.

Prospettiva di pace che tenga conto di tutte le complessità che il nostro tempo ci pone di fronte: dalla riduzione delle diseguaglianze per avere una maggiore equità e redistribuzione della ricchezza, fino ad affrontare il grande tema della transizione ecologica e del rispetto della natura. Il punto di partenza non può che essere proprio quello della risoluzione di tutti i conflitti, per immaginarsi un radicale cambiamento del sistema economico e sociale.

E il processo di pace in Colombia va proprio in questo senso. La comunità internazionale, dalle Nazioni Unite, ai suoi Stati membri, alla società civile organizzata, tutti dobbiamo impegnarci e sostenere questo percorso: ognuno per le proprie responsabilità e competenze, accompagnando la società colombiana in questa difficile ma indispensabile traversata verso la pacificazione, senza dimenticare verità e giustizia. Il processo di pace in Colombia riguarda tutte e tutti.