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Il governo della Gran Bretagna ha annunciato l’estensione fino a ottobre del piano di sussidi pubblici ai lavoratori, misura eccezionale che copre l’80% dei salari (fino a un tetto di 2.500 sterline) per le persone messe in congedo a causa del Coronavirus. L’iniziativa dell’esecutivo Tory è stata annunciata oggi, 12 maggio, alla Camera dei Comuni, dal cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, nel corso di una risposta all’interrogazione di Anneliese Dodds, cancelliera ombra dell’opposizione laburista.
Il Job Retention Scheme supplisce all’assenza di un sistema di cassa integrazione. Ne beneficiano al momento 7,5 milioni di lavoratori. Da agosto, ha detto sempre Sunak, dovrebbe essere prevista la partecipazione delle imprese al costo dei sussidi. Resterà dunque invariato sino a fine luglio con copertura totale delle casse pubbliche. Poi resterà in vigore "per tutti i settori dell'economia e tutti i territori del Regno", ma con una maggior "flessibilità di applicazione": a favore di un graduale spostamento del sostegno verso "la transizione al ritorno al lavoro" e con l'avvio di una condivisione dei costi a carico delle aziende. L’apporto dello Stato dovrebbe scendere al 60%, lasciando il resto degli oneri finanziari ai datori di lavoro.
"Esamineremo le modifiche allo schema con attenzione", ha replicato Dodds, apprezzando l'elemento della "flessibilità" introdotto, ma a patto che "i lavoratori non ne siano penalizzati”.
Il sindacato britannico Tuc ha accolto con favore l'annuncio. “Siamo lieti che i ministri abbiano ascoltato i sindacati - ha dichiarato la segretaria generale Frances O'Grady - e abbiano esteso il programma di fino all'autunno. Sarà un grande sollievo per milioni di persone. Cambiare le regole per consentire il lavoro a tempo parziale è la chiave per consentire un graduale e sicuro ritorno al lavoro - ha aggiunto -. E mantenere il tasso all'80% è una vittoria per le risorse economiche delle famiglie che lavorano. Quando le conseguenze economiche della Covid-19 diventeranno chiare, i sindacati continueranno a spingere per un sistema di garanzia del lavoro che assicuri a tutti un lavoro dignitoso”.
Intanto supera la quota di 40mila persone la stima dei morti per Coronavirus nel Regno Unito: seconda al mondo dietro agli Stati Uniti. Stando alle elaborazioni settimanali dell'Ons, l'Istat britannico, i decessi legati almeno come concausa al Covid-19 censiti in Inghilterra e Galles al 9 maggio sono saliti a 35.044 e quelli rilevati fino al 3 in Scozia e Irlanda del Nord a 3300. Sommando queste cifre a quelle dei morti contati giorno per giorno fino al 10 dal ministero della Sanità, rileva l'agenzia Pa, si arriva a oltre 40 mila.