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“Chiediamo al governo italiano, agli Stati membri e alle Istituzioni dell'Ue, così come ai nostri vicini europei, di impegnarsi in un'iniziativa di neutralità attiva per ridurre la tensione e promuovere un accordo politico tra tutte le parti di fronte alla crisi aperta in Ucraina”. Inizia così la nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil.
“Stiamo assistendo - affermano le tre confederazioni - a una preoccupante escalation di tensione tra Russia e Ucraina, con gli Stati Uniti e la Nato coinvolti nel possibile conflitto. Il silenzio delle Nazioni Unite e l'incapacità oggi dell'Ue di svolgere il ruolo di mediatore affidabile e autorevole, trattandosi di una crisi alle porte dell'Europa, sono segnali altrettanto preoccupanti e inaccettabili”.
“Allo stato attuale delle cose - proseguono - nessuno dei contendenti esclude la possibilità di ricorrere alle armi e nessun osservatore esclude la possibilità di un conflitto armato, anche nucleare, che potrebbe coinvolgere l'intero continente europeo ed estendersi globalmente”.
“Siamo al fianco di ogni Paese che chiede rispetto e inviolabilità delle sue frontiere, ma ricordiamo - aggiungono Cgil, Cisl, Uil - che il ricorso alla violenza ha storicamente sempre generato sofferenza e quindi nuove ragioni per altri conflitti. In questo clima di riarmo esasperato, i protagonisti sembrano voler affermare la propria supremazia piuttosto che ricercare un accordo strategico che garantisca la pace futura. Per evitare questo rischio, ogni Paese ha il dovere di agire”.
“Chiediamo a tutti gli Stati membri dell'Ue, alle istituzioni europee, ai nostri vicini in Europa e alle altre parti interessate di prendere iniziative urgenti e significative da una posizione di neutralità attiva, per ottenere - sottolineano - un'immediata de-escalation della tensione e iniziare la ricerca di un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte, chiarendo la loro indisponibilità a sostenere interventi militari”.
“Chiediamo in particolare alle Nazioni Unite di svolgere il loro fondamentale ruolo di mediatore e di garante del diritto internazionale, riconducendo il confronto alla via politica e diplomatica, unica strada possibile - concludono Cgil, Cisl, Uil - per l'affermazione del diritto e della pace”.