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Una Brexit no-deal, ovvero senza un accordo, porterebbe alla “devastazione” per il sistema sanitario (Nhs) e per i servizi sociali della Gran Bretagna. Ad affermarlo è il sindacato britannico Tuc (Trade union congress), organizzazione che raggruppa 48 sigle in rappresentanza di 5,5 milioni di lavoratrici e lavoratori, che ha lanciato da tempo una campagna contro l'ipotesi di un'uscita dall'Europa, per giunta senza accordo, del Paese.
“La Brexit no-deal significherebbe meno soldi per infermieri e dottori in un momento in cui i budget sono già ridotti ai minimi termini – spiega il Tuc –. Significherebbe un'emergenza occupazionale e una crisi nelle forniture di medicinali vitali che non possono essere stoccati in anticipo in vista del giorno della Brexit”.
“E significherebbe – insiste il sindacato britannico – svendere il nostro servizio sanitario al presidente Trump e alle grandi case farmaceutiche americane”. Quindi, secondo il Tuc, non importa come si sia votato al referendum per la Brexit, perché nessuno ha votato in favore di uno scenario simile. “Ecco perché noi non staremo a guardare mentre Boris Johnson spinge per un devastante no deal il prossimo 31 ottobre. Qualunque cosa accada – insiste il Tuc – è tempo di restituire al popolo l'ultima parola”.
Ma quanto costerebbe una Brexit no-deal alla Gran Bretagna? Secondo il Tuc l'impatto sulle finanze nazionali sarebbe di 90 miliardi di sterline, con conseguenze pesanti sui servizi pubblici vitali. E gli effetti, secondo il sindacato, si stanno già vedendo: “Secondo gli ultimi report – scrive il Tuc – il governo ha già speso 8,3 miliardi di sterline per preparare il no-deal. Ma quei soldi – insiste il sindacato – avrebbero potuto finanziare l'assistenza sociale per gli adulti o pagare l'assunzione di 270 mila nuovi infermieri per un anno”. “Il primo ministro – conclude il Tuc – dovrebbe ricostruire il nostro sistema sanitario nazionale, non pedere tempo e denaro per il no-deal”. (Fab.Ri)