Solo un anno fa, la Giornata mondiale della giustizia sociale sarebbe stato un appuntamento nel quale riflettere (e agire) sui temi proposti dall’Organizzazione mondiale del lavoro (Ilo), che la coordina per le Nazioni Unite. Oggi diventa qualcosa di diverso, e forse di più cruciale, perché l’“ambiente” sovranazionale nella quale si celebra, e la filosofia e gli organismi multilaterali che la promuovono, sono come mai sotto attacco nella stagione tecno-imperialista degli Stati Uniti trumpiani.

Cos’è la Giornata mondiale della giustizia sociale

La Giornata mondiale della giustizia sociale si celebra ogni anno il 20 febbraio. È stata designata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2007 per “ricordarci la necessità di costruire un mondo più giusto ed equo e per sollecitare tutti gli sforzi per combattere la disoccupazione e la povertà”. 

Il tema scelto dall’Ilo per questo 2025 è “Potenziare l'inclusione: colmare i divari per la giustizia sociale” ed evidenzia - spiega una nota dell’organizzazione - “l'importanza di dare a tutti pari opportunità, indipendentemente dal loro background”.

Prosegue l’Ilo: “Molte persone affrontano problemi come povertà e trattamenti ingiusti, che impediscono loro di ottenere istruzione, lavoro e una vita migliore. Questo tema incoraggia le persone a lavorare insieme per rimuovere questi problemi e rendere la società più equa. Quando sosteniamo pari diritti e opportunità per tutti, aiutiamo a creare un mondo in cui tutti sono trattati con rispetto ed equità”.

La Giornata sarà celebrata con cinque eventi tenuti in importanti città in tutto il mondo, che si potranno seguire live.

La giustizia sociale si promuove nel multilateralismo

È soprattutto l'occasione per “riflettere sulle opportunità che abbiamo per creare un mondo più giusto ed equo - sottolinea in un messaggio il direttore generale dell'Ilo, Gilbert Houngbo -. Lo faccio con occhi aperti, riconoscendo pienamente le profonde trasformazioni nel mondo del lavoro e nelle società negli ultimi decenni, così come le persistenti disuguaglianze e divisioni che affrontiamo”.

Houngbo osserva che “la giustizia sociale è più di un ideale. È la base di società resilienti e inclusive e la pietra angolare della pace, come sancito nella nostra istituzione”. Ma raggiungerla “esige un'azione collettiva da parte di tutti”. “Ciò richiede ambizione, cooperazione e azione”, prosegue il direttore Ilo ricordando che esattamente “questo è il principio guida della Coalizione globale per la giustizia sociale. Fondata solo un anno fa, la coalizione riunisce oggi oltre 330 partner. Insieme, stiamo sviluppando interventi multi-stakeholder per affrontare le sfide chiave e promuovere la giustizia sociale a livello nazionale, regionale e globale”.

Si tratta di interventi sul piano economico, politico e tecnologico che mirano a rafforzare il “lavoro dignitoso, la parità salariale, le economie basate sui diritti umani e salari dignitosi”. Ma che hanno un senso - sottolinea ancora Houngbo - perché sono “sostenuti dal sistema multilaterale, da oltre 80 governi partner di tutte le regioni del mondo, dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori”.

Un tema fondamentale

“È un tema fondamentale: la giustizia sociale, in un mondo che a detta delle Nazioni Unite e delle sue agenzie, in prima linea l’Ilo, è sempre più ineguale e sempre più ingiusto”, spiega a Collettiva Salvatore Marra, coordinatore dell’area internazionale Cgil.

“Le ragioni di questa crescente ingiustizia sociale - nota Marra - sono globali: i conflitti, le ‘policrisi’ dovute al post-pandemia e agli shock globali innescati anche da mutamenti come il cambiamento climatico e la digitalizzazione. E poi l’emergenza demografica, dovuta ai grandi flussi di mobilità umana (quelle che chiamiamo impropriamente ‘migrazioni’), e al tema dell'invecchiamento dell'Occidente. Adesso si è aggiunto anche il rallentamento globale delle nascite”.

La Coalizione globale e il rilancio del livello sovranazionale

“In realtà il multilateralismo è sotto attacco da prima di Trump - osserva sempre Marra -. Governi generalmente di destra o estrema destra, nazionalisti e populisti, hanno messo in discussione non da ora il ruolo delle Nazioni Unite. Lo stesso proliferare di accordi bilaterali sul commercio estero, come su materie più strategiche come la difesa, è un attacco indiretto al multilateralismo. E G7 e G20 hanno mostrato grossi limiti. Il tema, quindi, è trovare la strategia per rimettere al centro il ruolo del multilateralismo”.

In questo contesto Houngbo ha “lanciato la Coalizione globale per la giustizia sociale, di cui fa parte anche la Cgil - sottolinea Marra -. La Giornata di quest'anno assume un'importanza particolare proprio per questo motivo”.

I cinque eventi

Gli eventi in programma, con "relatori di alto livello provenienti da tutto il mondo del lavoro”, precisa l’Ilo, toccano temi cruciali come la protezione sociale, la giustizia sociale e l'era digitale. Sono organizzati online e coprono vari continenti, con un focus particolare sull'Africa e l'America Latina:

- Raggiungere una protezione sanitaria sociale universale per la giustizia sociale in Asia e nel Pacifico.

- Giustizia sociale nell'era digitale: l'impatto dell'intelligenza artificiale sul mercato del lavoro.

- Lavoro dignitoso in Africa: una componente chiave della giustizia sociale.

- Giustizia sociale nel campo del lavoro: un nuovo contratto sociale per l'America Latina.

- Rafforzare una transizione giusta per un futuro sostenibile.