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"Contro la guerra di tutti gli imperialismi, unità di tutti i lavoratori". Questo lo striscione rosso che stamani (venerdì 25 febbraio) a Genova ha aperto il corteo della Fiom Cgil e di oltre 200 lavoratori metalmeccanici, partito alle ore 9 da piazza Massena, per dire no alla guerra. I lavoratori, provenienti dalle principali fabbriche genovesi (come ex Ilva, Ansaldo Energia, Fincantieri), hanno sfilato per le vie di Sampierdarena e Cornigliano, in concomitanza con due ore di sciopero. "Contro la guerra del capitale, sciopero nazionale", lo slogan più gridato.
"Il movimento operaio è internazionalista e oggi ci schieriamo contro la guerra, contro tutti gli imperialismi e per l'unità dei lavoratori, al di là di ogni frontiera", ha spiegato il segretario Fiom Cgil Genova Stefano Bonazzi. "Questo primo sciopero - conclude l'esponente sindacale - è un segnale che diamo ai lavoratori e al sindacato: quello che serve, oggi, è una mobilitazione ampia contro la guerra e contro tutte le guerre".
"Va sottolineata la risposta forte e immediata della Fiom e della classe operaia", dice il segretario generale della Cgil Genova Igor Magni: "Nei prossimi giorni la mobilitazione deve andare avanti con una sola parola d'ordine: pace. Non ci sono altre condizioni da sostenere. Vorremmo che tutti si impegnassero in questa direzione, senza giochi strani, ma con un solo impegno: per costruire la pace serve voler fare la pace. Misureremo anche i nostri governi sulle posizioni che stanno prendendo".
Si fermano anche i porti liguri: a Genova e Savona lo sciopero scatta ogni ora alla fine del turno, dalle 7 alle 13 di oggi e dalle 2 alle 7 di domani (sabato 26). "A condanna delle azioni militari - dichiarano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti territoriali - che caratterizzano un complesso scenario sul confine Europeo nordorientale, e preoccupati per le ripercussioni in termini di vite, dolore e povertà che la popolazione civile dovrà affrontare, esprimiamo con forza la contrarietà alla guerra".