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"Oggi stiamo mettendo un mattoncino a una grande battaglia che dobbiamo fare tutti insieme" ovvero superare "la precarietà e rimettere al centro la necessità di ricostruire l'unità sociale del mondo del lavoro che ne superi la frantumazione". Con queste parole il leader della Cgil Maurizio Landini, ospite del sindacato sammarinese CSdl, ha commentato la sottoscrizione dell'accordo bilaterale che sancisce la doppia affiliazione dei lavoratori frontalieri. Per Landini è stata "una giornata importante, l'inizio di un percorso" tanto che ha colto l'occasione per invitare il sindacato sammarinese alla "grande manifestazione di piazza" che la Cgil sta organizzando per il 9 ottobre, data in cui ricorrerà il primo anniversario dell'assalto alla sede nazionale di Corso d'Italia.
In effetti, Cgil e CSdL hanno sottoscritto un accordo che rafforza la storica cooperazione tra le due confederazioni e affronta i diversi problemi presenti nel territorio di confine tra San Marino, Emilia Romagna e Marche, in un’ottica transnazionale ed europea. L'intesa che stabilisce la doppia affiliazione potenzia i servizi per i quasi 7.000 lavoratori frontalieri che risiedono in Italia e lavorano a San Marino e per i circa mille residenti nella Repubblica di San Marino che lavorano in territorio italiano. Interessate anche le diverse migliaia di cittadini italiani che risiedono in territorio sammarinese e che necessitano di servizi che il Patronato Cgil può loro erogare.
Con la doppia affiliazione i lavoratori frontalieri iscritti a CSdL o Cgil sulla base del luogo di lavoro vengono considerati a tutti gli effetti iscritti a entrambi i sindacati, senza il versamento di alcuna quota aggiuntiva e possono così fruire dei rispettivi servizi alle medesime condizioni. La novità più importante sul piano pratico è costituita dalla possibilità, che verrà pianificata nei prossimi mesi, che i lavoratori e i pensionati beneficino dei servizi forniti dalla Cgil attraverso il patronato Inca e gli sportelli del Caaf anche presso la sede della CSdL.
La collaborazione tra i due sindacati si era già concretizzata all’interno del Consiglio sindacale interregionale San Marino, Emilia Romagna e Marche, che è composto da tutti i sindacati confederali ed è riconosciuto dalla Ces (Confederazione Europea dei Sindacati) e che si pone come obiettivo la risposta alle ancora numerose problematiche che toccano i frontalieri: dalle normative sulla fruizione dei congedi parentali (i lavoratori frontalieri di entrambi i Paesi ne sono esclusi) alla franchigia fiscale, ferma da molti anni.
L’accordo tratta anche il fenomeno del lavoro distaccato: considerato il flusso costante e continuo di imprese e lavoratori italiani che attraversano ogni giorno il confine, Cgil e CSdL chiedono che anhe la Repubblica di San Marino adotti la specifica direttiva europea, al fine di debellare il dumping contrattuale e riconoscere a tutti i lavoratori i medesimi diritti.
Dal canto loro, CSdL, Cgil Emilia Romagna e Cgil Marche intendono sviluppare l’iniziativa sindacale, partendo dall’analisi dei diversi modelli contrattuali e legislativi in materia di lavoro, con particolare riferimento all’orientamento, la formazione e riqualificazione professionale, alla sicurezza e alla salute nei luoghi di lavoro. L’ambiente e le grandi infrastrutture a rete, soprattutto per trasporti e viabilità, sono
altri temi che andranno affrontati a livello territoriale.