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Il 9 dicembre del 1895 nasceva a Gallarta, nella provincia basca di Vizcaya, Dolores Ibárruri, ottava di undici figli. Figlia, nipote, moglie e sorella di minatori (il nonno materno era morto in miniera), a 15 anni Dolores deve interrompere gli studi per avviarsi al lavoro.
Quando nel 1920 si forma in Spagna il Partito Comunista, vi aderisce immediatamente, venendo eletta membro del primo Comitato provinciale del Partito Comunista Basco. Inizia così la sua carriera politica.
L'impegno politico
Guida gli scioperi dei minatori e li incita alla resistenza, scrive con lo pseudonimo “Pasionaria” prima su El minero Vizcaino (il quotidiano dei minatori) poi sull'organo ufficiale del partito, Mundo Obrero, è delegata della Biscaglia al III Congresso Comunista che si tiene in Francia.
Arrestata più volte, nel marzo del 1932 organizza il IV Congresso del Partito a Siviglia e l’anno successivo, delegata al 13° Congresso Internazionale, va a Mosca. Qui si stabilisce per sfuggire all'arresto, venendo eletta membro del Comitato Esecutivo del Comintern.
Antifranchista intrepida e coraggiosa, comunista, antifascista, femminista e rivoluzionaria, è lei a lanciare alla radio un grido che passerà alla storia: "Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio! No pasaran!".
Quando il Partito Comunista Spagnolo accetta di entrare nel governo del Fronte popolare, guidato dal socialista Caballero, diventa vicepresidente del Parlamento. Nominata segretaria generale del Pce, mantiene la carica fino al 1960 quando assume il ruolo di presidente del Pce.
Tornata in Spagna dopo la morte di Franco, dopo 38 anni di esilio, viene eletta deputata nel 1977 e nel 1983 partecipa alla manifestazione di solidarietà con le Madri della Plaza de Mayo argentine.
L'antifascismo internazionale
Dolores Ibárruri è stata una figura centrale dell’antifascismo internazionale. Una donna carismatica (i suoi appelli internazionali alla lotta contro il fascismo hanno contribuito a rendere la questione spagnola una questione mondiale) che ha sempre lottato anche quando tutto sembrava crollare.
“Preferiamo essere vedove di eroi che mogli di vigliacchi”, diceva tenendo fede alle sue convinzioni.
Suo è il commovente discorso di addio alle Brigate Internazionali che avevano coraggiosamente combattuto a fianco dei miliziani e dell’esercito repubblicano spagnolo:
Voi siete la storia, voi siete la leggenda, siete l’esempio eroico della solidarietà e della universalità della democrazia. Non vi dimenticheremo! E quando l’ulivo della pace metterà le foglie, intrecciate con gli allori della vittoria della Repubblica spagnola, tornate! Tornate e qui troverete una patria.
Era l’ottobre 1938.
Un giorno la vita mi ha colpito
cosi forte che mi ha insegnato a resistere
Un giorno mi hanno mentito cosi tanto
che mi hanno ferito
e allora ho imparato ad andare sempre avanti con la verità…
Un giorno ho perso chi non avrei mai creduto di perdere
e ho capito che bisogna concretizzare le parole
e farsi carico delle azioni…
A volte è necessario voltare pagina e ricominciare da zero…
anche se è difficile e fa male…
Il miglior guerriero non è colui che trionfa sempre,
ma colui che torna senza paura a combattere.
Dolores Ibárruri