I piccoli coltivatori di banane e i lavoratori delle piantagioni non guadagnano abbastanza per avere uno standard di vita dignitoso. La varietà Cavendish, che domina il commercio internazionale, viene spesso coltivata in monocoltura, con l’impiego di grandi volumi di acqua e di una massiccia quantità di prodotti chimici, che mettono a rischio la salute di lavoratori e cittadini.
Anche nelle piantagioni di caffè è impiegata manodopera stagionale, informale, pagata a giornata e meno del salario minimo. La ricerca di terreni adatti alla produzione, stimolata dai cambiamenti climatici, sta causando deforestazione e perdita di biodiversità.
Sono alcune delle informazioni contenute nella Mappa sui rischi di violazione dei diritti umani e dell’ambiente nelle catene di fornitura delle principali commodities messa a punto da Fairtrade, un sistema di certificazione nato per ridurre le ingiustizie del commercio internazionale.
Sono moltissime le filiere di approvvigionamento che celano grandi criticità: a livello globale un lavoratore su cinque vive in povertà, la produzione agricola è responsabile del 70 per cento dei prelievi di acqua dolce e il lavoro minorile sta aumentando.
Sul sito Riskmap è possibile trovare approfondimenti su caffè, cacao, banane, uva e miele, e i principali paesi produttori di queste commodities, ma nei prossimi mesi saranno aggiunti molti altri prodotti.
“Le aziende si trovano ad affrontare sempre più obblighi legali a effettuare valutazioni del rischio e a prevenire, mitigare e porre rimedio ai rischi maggiori lungo le proprie filiere di approvvigionamento – spiega Benedetta Frare di Fairtrade Italia -. La mappa considera anche il punto di vista degli agricoltori e dei lavoratori, in quanto portatori di diritti, informazioni raccolte attraverso il dialogo e in un processo partecipato”.