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Era l’8 agosto del 1956 quando a Marcinelle, in Belgio, si consumò una delle più grandi tragedie sul lavoro al mondo e la più grande d’Europa. La stessa Europa che dopo la Seconda guerra mondiale ripartiva anche grazie all’accordo acciaio-carbone che prevedeva l’invio da parte dell’Italia di manodopera – duemila persone a settimana – nelle miniere di carbone che erano il carburante per l’economia di un intero continente.
Il reclutamento avveniva nel nostro Paese con la comparsa di manifesti “rosa” in cui si prospettava “l’Eldorado d’Europa”. Così non fu, né all’inizio né in seguito. Solo dopo anni di lotte per i diritti arrivarono condizioni di vita migliori. Se da una parte costituì l’opportunità per molti di uscire dalla fame dalla crisi post bellica, dall’altra, il prezzo pagato in termini di infortuni e di morti diede una scossa al mondo del lavoro in termini di sicurezza e fece emergere la necessità di uscire quanto prima da una situazione di vero sfruttamento.
Da allora sono passati 66 anni e ancora oggi si parla di sicurezza e, purtroppo, di morti sul lavoro. Dinamiche e tempi diversi con problemi simili. Oggi è la cosiddetta generazione Z che va alla ricerca di un impiego e di sicurezza. L’Europa è ancora chiamata a dare risposte e a generare prospettive nel rispetto dei diritti. A consegnare ai giovani immigrati gli strumenti e le opportunità per crescere.
Le istituzioni e la politica devono avere queste priorità per costruire un nuovo corso. Temi come sicurezza sul lavoro, uguaglianza, diritti, ambiente e sociale dovranno essere nell’agenda del nuovo governo in Italia. Mentre l’appuntamento del 2024 con le elezioni europee impone la revisione dei trattati che spingano verso un’Europa federale che sappia dare un nuovo corso, sempre agganciata al pensiero di Alfiero Spinelli e altri che diedero inizio alla sua composizione.
Essere qui oggi, come tutti gli anni facciamo, acquista un valore ancora più forte. Marcinelle “Le Bois du Cazier” celebra in questo 2022 un suo triplice anniversario: 200 anni dalle concessioni minerarie; 20 anni dall’apertura di un luogo della memoria; 10 anni dal riconoscimento del sito minerario come patrimonio mondiale dell’Unesco. Ripartiamo da qui, da questo punto fermo, per costruire i valori necessari per una nuova Europa.
Filippo Ciavaglia, area Politiche europee e internazionale Cgil