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L'ipotesi, clamorosa, di costruire un muro anti-migranti tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia fa discutere anche fuori dai confini nazionali. Ad esempio, la Ces, il sindacato europeo, che rappresenta 45 milioni di lavoratori e 90 organizzazioni sindacali in tutta Europa, ha rivolto un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “affinché fermino la propaganda del ministro Salvini sulla chiusura del confine tra Italia e Slovenia e sull'erezione di barriere fisiche per fermare i migranti”.
A parlare, a nome della Ces è proprio un friuliano, il segretario generale Luca Visentini, che esprime “supporto al consiglio interregionale dei sindacati di Friuli Venezia Giulia e Slovenia e alle forze della società civile italiane e slovena”. “La maggior parte degli immigrati che raggiunge l'Italia attraverso la 'rotta balcanica', spesso diretti in altri Paesi, sono richiedenti asilo che scappano da guerre, persecuzioni e regimi totalitari – afferma Visentini – c'è quindi l'obbligo di registrarli e proteggerli, per poi arrivare ad accordi di redistribuzione con altri paesi europei, inclusi quelli di Visegrad, grandi amici del ministro Salvini, che però hanno finora rifiutato di accogliere anche un solo rifugiato”.
Secondo Visentini, la proposta del ministro Salvini non è quella di una sospensione temporanea di Schengen, ma, in realtà, “dell'uscita dell'Italia da questo trattato”. “Le conseguenze di una simile decisione sarebbero l'isolamento dell'Italia dall'Europa – conclude il segretario della Ces – visto che le frontiere da chiudere sarebbero anche quelle con l'Austria, la Svizzera, la Francia, così come quelle marittime. Questo produrrebbe effetti economici devastanti, bloccando i commerci e oltre 10 mila lavoratori frontalieri impegnati nei cantieri nautici, nell'industria, nelle costruzioni, nel trasporto e in molti altri settori”. (Fab.Ri)