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A Cagliari è pronta una marea di movimenti e associazioni, impegnate nel quotidiano per la pace e il disarmo, per aderire alla manifestazione di sabato 26 “Fermiamo tutte le guerre”. Perché nell'Isola su cui grava il 65% del demanio militare italiano le manifestazioni per la pace sono vissute con grande passione .
L'appuntamento, davanti alla darsena del porto, in piazza Vittime del Moby Prince a partire dalle 10, sarà anche l'occasione per rilanciare un tema caro alla Sardegna: “Insieme alle parole d'ordine nazionali dei movimenti per la pace, davanti ai drammi della guerra e della violenza indiscriminata in Ucraina, a Gaza e in Medio Oriente - spiega il segretario generale della Cgil Sardegna Fausto Durante - rilanciamo una richiesta storica, ovvero la graduale riduzione di una occupazione sproporzionata e, come abbiamo discusso nel nostro ultimo Congresso, invitiamo la Regione e il Governo nazionale ad aprire un confronto che porti alla riduzione delle servitù militari, alla bonifica dei territori inquinati dall'esplosione degli ordigni e alla dismissione di beni immobili in forze alle forze armate, da destinare alle comunità, favorendone l'utilizzo per scopi economici e sociali”.
In Sardegna, 37 mila ettari sono occupati dalle servitù militari, il 4% delle coste ospita tre grandi poligoni e basi militari dove esplodono l'80% delle bombe impiegate nelle esercitazioni militari svolte dagli eserciti della Nato. “Esercitazioni che coinvolgono i poligoni e le coste sarde - sottolinea Durante - causando danni, ritenuti irreversibili, all'ambiente naturale, alla fauna e, temiamo, anche alla salute dei concittadini che vivono nei territori limitrofi alle aree di esercitazione”.
Al di là dei temi specifici, la manifestazione sarà un'occasione straordinaria per ridare parola, voce, coraggio e motivazioni alle centinaia di migliaia di persone che, a Cagliari come nelle altre sei piazze e in tutto il Paese, sono costantemente impegnate nei movimenti per la pace ed il disarmo, nello sforzo di ascoltare e far pesare le idee e i sentimenti di milioni di persone, che in Europa e in tutto il mondo non si rassegnano alla logica della guerra, del dominio, della sopraffazione e della violenza.