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No alle discriminazioni sul posto di lavoro per gay e persone transgender. Lo ha stabilito la Corte Suprema degli Stati Uniti, riconoscendo che la legge sui diritti civili del 1964, che vieta le discriminazioni sul lavoro basate su "razza, religione, origini nazionali e sesso" si applica, proprio nella fattispecie della discriminazione "per sesso" anche ai lavoratori gay e transgender.
Il voto dei giudici è stato di 6 a 3 e ha visto favorevoli i giudici Neil Gorsuch, che ha scritto la relazione di maggioranza, e John Roberts Jr., Ruth Bader Ginsburg, Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan. La decisione della Corte, che riguardava due casi portati all'attenzione dei giudici, è stata la prima sui diritti Lgbtq dal 2018, anno del ritiro del giudice Anthony Kennedy, relatore di maggioranza di tutte e quattro le principali sentenze della Corte in materia di diritti gay.