È emersa sulla stampa la vicenda di Alberto Trentini, giovane cooperante italiano della Ong internazionale Humanitas ed Inclusion, arrestato lo scorso 15 novembre in Venezuela mentre si trovava in missione per portare aiuti umanitari alle persone con disabilità.

La notizia della sua scomparsa si è appresa invece dal sito della organizzazione internazionale Humanitas and inclusion ma ci sono voluti l’impegno e le dichiarazioni allarmate della famiglia, che hanno invocato l’attenzione delle Istituzioni dei due Paesi, ed una interrogazione parlamentare a firma di due parlamentari del Pd per rendere la notizia ufficiale e far intervenire il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ed il governo.

Tajani ha infine assicurato che l’attività diplomatica è attiva e, in esito ad una riunione a Palazzo Chigi per discutere delle azioni da mettere in campo per la liberazione del cooperante, ha finalmente chiamato la madre di Alberto per rassicurarla sull’impegno delle istituzioni per garantire una soluzione positiva e tempestiva.

I rapporti del Venezuela con il governo italiano sono senz’altro tesi: se la Presidente Meloni ha dichiarato, congiuntamente con il Presidente argentino Milei, di non riconoscere la vittoria di Nicolás Maduro alle ultime elezioni, il Ministro degli esteri venezuelano ha limitato a tre, come per Francia e Paesi Bassi e con limitazioni agli spostamenti, il numero dei diplomatici italiani sul suolo venezuelano.

Non va meglio al presidente Nicolás Maduro in America Latina dove risulta piuttosto isolato ; infatti, la vicenda delle ultime elezioni ha portato ad un allontanamento dei paesi a guida progressista come Colombia, Brasile, Messico e Cile. In questo scenario si inserisce l’arresto di Alberto Trentini, il cui lavoro ed impegno in America Latina potrebbe essere una delle motivazioni del suo arresto.

Come per altri casi in altri Paesi, fortunatamente risolti, non è tuttavia noto di cosa sia accusato Alberto la cui attività in Venezuela è completamente concentrata sulla cooperazione umanitaria. Di contro trapela che le autorità locali abbiano delle riserve nei confronti di alcune ong considerate ostili al governo di Caracas e inoltre si sono verificati altri casi di arresti (sono sette gli italo-venezuelani detenuti al momento).

Siamo preoccupati e ci colpisce che solo la denuncia pubblica della famiglia di Alberto abbia acceso i riflettori sull’arresto e rotto il silenzio che fino ad oggi ha oscurato sulla vicenda nel nostro paese .

Ci associamo alla dichiarazione della Associazione delle ong Italiane (Aoi) quando afferma :“È inaccettabile che cittadini italiani, impegnati a lavorare all’estero per migliorare le condizioni di vita delle persone, si trovino privati dei loro diritti fondamentali senza poter ricevere alcuna tutela effettiva dal nostro Paese.”

Ogni cittadina e ogni cittadino italiano auspica che le autorità del proprio paese si attivino tempestivamente quando si incorre in un pericolo e ci si trova in suolo straniero: quello è ciò che deve avvenire, con il massimo impegno e sollecitudine, da parte delle istituzioni italiane per Alberto Trentini. Lo chiediamo con forza insieme alla famiglia ed alla società civile.

Fiorella Prodi è presidente di Nexus Emilia Romagna