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Dopo oltre 80 anni, è nata la prima nuova organizzazione sindacale in Albania. Non succedeva dall’inizio della seconda guerra mondiale, nel 1939. Si chiama Sindacato nazionale dei contact center-"Solidarietà" e rappresenta 30 mila iscritti di un settore in costante crescita in Albania, che servono principalmente la clientela di lingua italiana. Il sindacato rappresenterà uno dei segmenti con la crescita più repentina dell’economia albanese, con dipendenti che offrono servizi alla clientela per conto di aziende fra le più grandi al mondo.
I lavoratori, affiancati dalle organizzazioni sindacali italiane Slc Cgil e Fistel Cisl, ieri sera (17 gennaio) hanno indetto un’assemblea costitutiva per lanciare l’organizzazione sindacale e hanno presentato istanza presso i tribunali albanesi per ottenerne la costituzione legittima. I contact centre aumentano costantemente la loro presenza nell’economia albanese e si stima che il 7% dei dipendenti in regola lavori presso call center di lingua italiana.
“Siamo la voce che sentono i clienti quando hanno bisogno di aiuto e ora, con il nostro sindacato, abbiamo una voce anche sul posto di lavoro - dice il leader dei lavoratori di Teleperformance -. La formazione della nostra nuova organizzazione sindacale è un passo storico verso il miglioramento delle condizioni del nostro settore e i nostri datori di lavoro dovrebbero sedersi immediatamente a un tavolo per negoziare un contratto collettivo a livello di settore”. Teleperformance è leader mondiale nell’offerta di servizi di contact centre, e in Albania oltre 2 mila dei suoi dipendenti offrono un servizio terziarizzato per aziende come Amazon, Apple e Lottomatica.
Altre grandi aziende di questo settore sono Alba Call e Ids. Gli sforzi di sindacalizzazione sono stati sostenuti dall’Icse, un’organizzazione non governativa albanese, Institute for critique and social emancipation e Uni global union, federazione internazionale di 20 milioni di lavoratori del settore dei servizi in 150 Paesi. “Vista la rapida crescita dei contact centre in Albania, dobbiamo assicurarci che questi nuovi posti di lavoro abbiano buone condizioni di lavoro e un salario equo. Non possiamo permettere che la terziarizzazione a livello mondiale da parte di aziende come Teleperformance comprometta gli standard dei lavoratori albanesi - dichiara il portavoce dell’Icse Bora Mema -. Ora chiediamo ai datori di lavoro di trattare con le organizzazioni sindacali per conseguire un contratto equo a livello di settore”.
“La globalizzazione dei servizi non deve essere una corsa al ribasso, e questo nuovo sindacato in Albania avrà ramificazioni in tutta Europa e nel resto del mondo”, sostiene la portavoce di Uni global union, Teresa Casertano. "Questo settore è globale, e le problematiche dei lavoratori albanesi e quelle dei lavoratori italiani sono strettamente collegate fra loro e un approccio multinazionale è l’unico modo per risolverle”, concludono Marco Del Cimmuto della Slc, e Giorgio Serao della Fistel.