Il Congresso americano non è pronto a salvare l’auto americana. “Fateci vedere il piano e noi vi faremo vedere i soldi”. Questo il messaggio dei leader democratici del Congresso Usa, e della loro portavoce, la presidente della Camera Nancy Pelosi, alle compagnie automobilistiche General Motors, Chrysler e Ford, per le quali era in discussione in questi giorni al Congresso un piano di salvataggio da 25 miliardi di dollari. Il Congresso, ormai a maggioranza democratica, ha deciso quindi di non stanziare il piano d’aiuti letteralmente implorato dai manager dell’industria automobilistica, a meno che le Big Three non mostrino un progetto meritevole degli stanziamenti. Ogni decisione è stata rinviata a inizio dicembre.

La risoluzione presa il 20 novembre negli Stati Uniti avrà ripercussioni anche nel resto del mondo, dove molte case automobilistiche sono colpite dalla recessione economica e dal crollo della domanda come i colossi (d’argilla) americani. Opel in Germania, Renault in Francia, la stessa Fiat in Italia guardano a cosa sta accadendo negli States pronte a chiedere analoghe sovvenzioni qualora gli aiuti per Gm & Co. arrivassero davvero. Ma per ora non arrivano.

Nel corso della giornata sembrava essere stata raggiunta un’intesa bipartisan. La soluzione trovata era quella di convogliare temporaneamente gli aiuti che attualmente vengono erogati per lo sviluppo di veicoli più ecologici verso i tre gruppi in difficoltà, per coprire le loro spese più immediate e allontanare il fallimento. Ma in serata il piano è sfumato.

"Al momento non ci sono voti sufficienti al Congresso per fare approvare uno di questi piani", ha detto il presidente della Camera Nancy Pelosi. E’ necessario che General Motors, Ford e Chrysler, "delineino un percorso chiaro" - ha detto Pelosi - sottolineando la necessità di conoscere in anticipo il modo in cui "verrebbero spesi i soldi dei contribuenti".

Dei tre colossi di Detroit, quello in condizioni peggiori è Gm, che ha bruciato 4,2 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre e potrebbe chiudere da un mese all’altro. L'amministratore delegato di General Motors, Rick Wagoner, ha spiegato che le Big Three non hanno "molto tempo a disposizione".

Ma la stessa General Motors e la Ford si sono dichiarate disposte a inviare subito un piano industriale al Congresso.

Secondo le stime degli analisti, solo col fallimento di una delle Big Three, il prossimo anno i disoccupati americani salirebbero a 2,5 milioni.