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La Giornata mondiale dell'acqua, il 22 marzo di ogni anno, celebra l'acqua come diritto umano. Il tema di quest'anno è "Non lasciare nessuno indietro", una riformulazione della promessa centrale dell'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il goal 6 degli obiettivi Onu impegna le nazioni a garantire, entro il 2030, l'accesso universale all'acqua potabile e ai servizi sanitari e igienici per tutti. Ancora oggi, però, miliardi di persone vivono senza acqua sicura e ad essere più colpiti sono soprattutto i soggetti più deboli, i bambini, i rifugiati, le popolazioni indigene, i disabili e le fasce più povere della popolazione. È quanto si legge in una nota della responsabile Politiche per il clima e per l'ambiente della Cgil nazionale, Simona Fabiani.
"Garantire accesso universale all'acqua potabile significa un servizio di acqua gestito in sicurezza: acqua accessibile nei locali, disponibile quando necessario e priva di contaminazioni - osserva -. Per non lasciare nessuno indietro, anche nel nostro Paese, c'è ancora molto da fare. Tanto per cominciare in Italia non è ancora riconosciuto per legge il diritto al quantitativo minimo vitale di 50 litri al giorno. Per quanto riguarda la qualità delle acque sul nostro Paese, pende un parere motivato della Commissione europea del 24 gennaio 2019 per aver disatteso gli obblighi comunitari sulla qualità delle acque destinate al consumo umano e per aver lasciato che, in alcune zone, i parametri per l'arsenico e il fluoruro venissero superati".
Inoltre la Corte di giustizia di Lussemburgo il 31 maggio 2018 ha condannato l'Italia a pagare una multa di 25 milioni di euro e una penalità di oltre 30 milioni, per ciascun semestre di ritardo per la completa messa a norma, a causa del mancato rispetto delle norme comunitarie in materia di depurazione e trattamento delle acque reflue. "Il cambiamento climatico sta avendo conseguenze sempre più impattanti nel nostro Paese", aggiunge Fabiani. L'Annuario 2018 dell'Ispra ci segnala che il 2017 è stato il secondo anno più secco dal 1961, la quantità di pioggia caduta in media nel 2017 è stata del 22% inferiore alla norma. La temperatura media in Italia è stata di +1,3°, superiore di 0,1° rispetto alla media globale.
I dati, continua la Cgil, "rendono evidente l'urgenza di contrastare il cambiamento climatico con misure adeguate di decarbonizzazione, anche per attenuare gli effetti che l'innalzamento della temperatura ha in termini di riduzione della risorsa idrica e siccità. Allo stesso tempo, tenuto conto dei cambiamenti già in atto, servono misure di adattamento e misure per preservare questa risorsa indispensabile alla vita che è l'acqua. È intollerabile che le reti idriche in Italia abbiano una dispersione media superiore al 40%. Le perdite idriche devono essere eliminate, servono misure per l'uso razionale della risorsa sia a livello privato che in agricoltura e nell'industria, servono interventi per il recupero e la raccolta delle acque e un sistema solidale e connesso di reti idriche che consenta di fare fronte alle criticità".
Per questo in occasione della giornata la Cgil ricorda e rilancia il proprio impegno, assunto anche nella piattaforma per la contrattazione per lo sviluppo sostenibile. "In questa piattaforma affermiamo che la nostra contrattazione per il lavoro, l’ambiente, il clima e il territorio sarà vincente solo se sarà frutto di un'azione integrata che tenga assieme sviluppo, ricerca di piena occupazione, rispetto del pianeta e diritti umani". Sul tema idrico, inoltre, la Cgil "si è impegnata a sviluppare la contrattazione a tutti i livelli di programmazione per migliorare la qualità dell'acqua, ridurre in modo rilevante le perdite delle reti, promuovere un uso razionale dell'acqua, raggiungere uno stato ambientale buono per tutti i corpi idrici, potenziare e adeguare gli acquedotti, le reti, gli impianti di depurazione e fognari". La contrattazione dovrà anche promuovere l'utilizzo sicuro delle acque reflue, la realizzazione di piccoli invalsi per la raccolta delle acque e l'interconnessione degli impianti e delle reti idriche, la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e il contrasto al fenomeno dell'erosione delle coste, la valorizzazione dell'economia del mare e la mobilità fluviale.
Nella contrattazione collettiva nazionale, nei contratti di filiera, aziendali di sito e di bacino, la Cgil "è impegnata a contrattare l'organizzazione del lavoro, al fine di includere specifiche disposizioni ambientali per sostenere una riconversione ecologica e sostenibile delle produzioni - conclude -, per esempio inserendo fra i parametri della produttività, l'uso razionale della risorsa con la riduzione dell'impronta idrica della produzione e l'economia circolare, insieme a una formazione improntata alla sostenibilità".