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L’Umbria può rappresentare un laboratorio d’accoglienza e integrazione per le tante persone, soprattutto nuclei familiari, in fuga dall’Afghanistan dopo la prese del potere da parte dei Talebani. Se ne è discusso ieri a Perugia nel corso di un tavolo convocato dalla prefettura del capoluogo, insieme a quella di Terni, al quale hanno partecipato rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, insieme alle associazioni Udi e Terni Donne che nei giorni scorsi si sono fatte promotrici di due manifestazioni nei capoluoghi dell’Umbria per sollecitare l’apertura di corridoi umanitari e l’accoglienza della popolazione afgana, con particolare attenzione alle donne.
Dall’incontro è emerso che sono circa 140 le persone arrivate o in arrivo nella regione. "Da parte di sindacati e associazioni c’è la massima disponibilità a collaborare con i soggetti che accoglieranno materialmente queste persone, oltre che con le istituzioni locali - hanno spiegato i rappresentanti presenti all’incontro in prefettura - nella consapevolezza che c’è bisogno di strutturare progetti e percorsi di inserimento calibrati sulle esigenze di queste famiglie”.
Il tavolo in prefettura tornerà a riunirsi nei prossimi giorni, non solo per definire gli interventi relativi all'emergenza afgana, ma anche per strutturare una modalità di accoglienza rivolta a tutte le persone che chiedono asilo nella nostra regione.