PHOTO
Un quintale di farmaci arrivati dalla Valle del Sele fino a Cuba. Un abbraccio solidale reso possibile da tanti cittadini che hanno risposto all’appello a sostegno della popolazione dell’isola caraibica che, oltre a fronteggiare le conseguenze della pandemia, resta stretta nella morsa dell’embargo.
La consegna è avvenuta al centro internazionale di salute La Pradera. È lì che sono sbarcati medicinali e presidi sanitari per resistere all’infezione respiratoria da coronavirus e dispositivi di protezione individuale per proteggere i lavoratori della sanità cubana dal contagio. Lo racconta Massimiliano Voza, dirigente medico dell'Asl di Salerno e membro della delegazione trattante della Funzione Pubblica Cgil provinciale.
“Tutta questa generosità mi dà da pensare che i popoli siano migliori dei loro governanti che reiterano o ignorano l’ingiusto embargo imposto dagli Stati Uniti contro Cuba. È impossibile elencare tutte le realtà e le singole persone che hanno contribuito alla colletta popolare per portare questi aiuti sanitari a l’Avana” C’è la comunità di Calabritto, ci sono lavoratrici e lavoratori dell’Ospedale di Oliveto Citra, ci sono gli iscritti della Fp Cgil Salerno, della sezione Anpi Valle e piana del Sele e del Circolo Bandiera Bianca, e i medici dello studio associato di Medicina di Famiglia di Eboli.
Oltre a portare a Cuba la solidarietà materiale della sua terra, però, il dottor Voza, insieme ad altri colleghi, ha deciso di sostenere anche la ricerca, partecipando alla sperimentazione clinica del vaccino Soberana Plus, il vaccino cubano pubblico, gratuito, inclusivo e universale. “È l’unico vaccino proteico in grado di aver dimostrato effettiva efficacia e sicurezza contro il Covid. In ogni caso tra i vaccini più efficaci e sicuri al mondo – spiega Voza aggiungendo che si tratta di - uno strumento essenziale per aiutare il popolo di Cuba a esercitare il proprio diritto alla resistenza, all'autodeterminazione, alla sovranità e alla sicurezza sanitaria e, dunque, alla sopravvivenza, per sconfiggere il Covid a Cuba e con la speranza che possa servire anche a cambiare le sorti del mondo, specie dei paesi più poveri che non hanno ancora accesso al vaccino”.
A Voza, medico vaccinatore, è stata così inoculata la dose booster. “Qualora Cuba riuscisse a dimostrare l’efficacia del suo vaccino pure su un italiano, - dice - sarebbe difficile continuare a giustificare l'impossibilità di produrre vaccini pubblici a costi accessibili e vaccinare, quindi, subito il mondo intero”.