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È stata formalmente inviata al presidente della Repubblica, al governo italiano e ai presidenti di Camera e Senato la lettera aperta “A Gaza muore anche la nostra umanità”, sottoscritta da oltre 110 organizzazioni della società civile italiana. Lo rende noto la Rete italiana pace disarmo.
Agli interlocutori istituzionali viene sottolineata la necessità di porre fine alla disumana ed immorale situazione in cui è costretta la popolazione palestinese nella Striscia. Bisogna “mettere in campo tutte le proprie responsabilità – si legge - affinché sia rispettato il diritto umanitario internazionale le cui indicazioni a questo riguardo sono chiare e coinvolgono direttamente doveri e responsabilità dell'Italia”.
La Rete ricorda come la Corte internazionale di giustizia dell'Onu lo scorso 26 gennaio 2024 abbia evocato un “rischio plausibile” di genocidio a Gaza. In particolare la Corte ha sancito che: “Lo Stato di Israele deve adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura d'urgenza di servizi di base e di assistenza umanitaria”
Le associazioni firmatarie della lettera ribadiscono “la necessità e l’urgenza di adottare tutte le azioni politiche e diplomatiche per arrivare ad un cessate il fuoco, alla liberazione di tutti gli ostaggi e dei prigionieri palestinesi detenuti illegalmente, ma soprattutto alla costruzione di una soluzione del conflitto tra Israele e palestinesi, fondata sul diritto internazionale e sulle risoluzioni Onu”.
“Non possiamo però rimanere in silenzio di fronte alla tragedia umanitaria che continua a consumarsi nella Striscia di Gaza – proseguono - con il blocco degli aiuti umanitari per la popolazione affamata, priva di medicine e di cure per feriti ed ammalati, nonostante alcune, limitate, iniziative di vaccinazione concretizzatesi negli ultimi giorni. Ma non basta: Israele deve garantire il libero accesso e la sicurezza agli operatori umanitari".
Con questa lettera le organizzazioni della società civile vogliono ricordare che è responsabilità di ogni Stato membro delle Nazioni Unite, quindi anche dell'Italia, operare in modo attivo affinché sia rispettato il diritto umanitario, la cui reiterata violazione non ha nessuna giustificazione in alcun contesto di guerra, come ha nuovamente riportato il parere della Corte internazionale di giustizia lo scorso 19 luglio.
"Ci aspettiamo ora un riscontro concreto da parte di Presidenza della Repubblica - concludono -, Presidenza del Consiglio dei ministri e Presidenze di Camera dei Deputati e Senato, ai quali la nostra lettera è sicuramente giunta (sia tramite raccomandata sia via Pec). Le richieste e richiami alla responsabilità chiari in essa contenuti non possono essere ignorati: daremo conto pubblicamente delle risposte che riceveremo”.