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“Speriamo che Patrick Zaki possa tornare presto a Bologna, che annullino il divieto di viaggiare e possa recuperare la piena libertà”. La grazia concessa dal presidente egiziano al-Sisi al ricercatore, soltanto ieri (18 luglio) condannato a tre anni di reclusione per diffusione di notizie false, sulla base di un articolo scritto nel 2019, è accolta come una bellissima notizia da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, associazione che in questi tre anni si è battuta per chiederne la liberazione.
“Naturalmente la grazia risolve una questione individuale – aggiunge Noury -, importantissima per noi, ma non quella più generale della violazione dei diritti umani in Egitto, un tema enorme in quel Paese. Zaki esce quindi da un incubo giudiziario durato tre anni e mezzo, non conosciamo i dettagli ma è ufficiale e confermata. E certamente tutte le mobilitazioni che ci sono state hanno contribuito”.
Per questo Amnesty ringrazia i cittadini, le organizzazioni, gli enti che sono scesi in piazza per chiedere giustizia, quanti si sono spesi con dichiarazioni e richieste come gli organi di stampa, i ministri e il governo. “Tutto ha accelerato una decisione che era nell’aria – conclude Noury -, e le pressioni esercitate nelle ultime 24 ore sono state determinanti, un lavoro incredibile che ha funzionato”.