BERLINO - "Una mobilitazione di tutto il mondo del lavoro europeo". Maurizio Landini lancia la sfida ai 600 delegati provenienti da 41 Paesi del vecchio continente, Dal palco del Verti Music Hall di Berlino il segretario generale della Cgil sottolinea l'eccezionalità del momento, tra la coda della pandemia e una guerra in corso. Siamo difronte, aggiunge, "a una crisi di sistema e la risposta non può essere il ritorno alle politiche di austerità".
Da questo assunto bisogna ripartire, "rilanciando con forza l'idea della costruzione di un'Europa sociale fondata sulla giustizia sociale, sui diritti del lavoro e su nuovi investimenti. Tutto il sindacato europeo deve mettere in campo un'azione unitaria capace di indicare questa strada". Ma bisogna farlo insieme. "Noi come Cgil - sottolinea Landini - crediamo molto nell'unità di tutto il mondo del lavoro che quando è unito ottiene dei risultati importanti: dalle direttive sul salario minimo e sulla contrattazione a quelle sul telelavoro, lo smart working, i lavoratori delle piattaforme e i rider".
Secondo il numero uno di Corso Italia "oggi è necessario far sentire con ancora più forza la nostra voce. Sono in corso molte mobilitazioni. Insieme a Cisl e Uil veniamo da un mese di manifestazioni. E cosi in Francia, in Belgio, nel Regno Unito. E ci sono paesi, come la Germania e la Spagna, dove il sindacato ha ottenuto dei risultati importanti. Bisogna continuare".
In conclusione del suo discorso arriva la richiesta, rivolta a tutto il congresso, di formalizzare un calendario di mobilitazioni a carattere nazionale a partire già dal mese di giugno "dentro una piattaforma unitaria della Ces" per arrivare poi a settembre a organizzare "una grande manifestazione di tutto il sindacato europeo. Sarebbe il giusto modo per festeggiare i cinquant'anni della Confederazione europea dei sindacati".