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Licenziati la metà dei dipendenti, l’abbandono delle inserzioni pubblicitari degli investitori e poi il fallimento di “Twitter Blue”, la versione con la spunta blu, trollata dagli utenti di tutto il mondo. Rimane a Elon Musk anche da risolvere l’affaire Donald Trump. Il 28 ottobre 2022 Elon Musi ha twittato "l'uccello è libero" dopo aver acquistato la piattaforma social per 44 miliardi di dollari. Il giorno prima aveva chiuso la trattativa in corso da aprile 2022 con Twitter che a colpi di tira e molla era arrivata in tribunale perché il miliardario ha cercato per mesi di annullarla.
Si tratta della più alta acquisizione del campo digitale. Facciamo alcuni esempi: Microsoft ha comprato Linkedin per 26 miliardi nel 2016, Facebook ha sborsato 19 miliardi nel 2014 per Whatsapp. Se andiamo indietro nel tempo, le cifre diminuiscono: Microsoft ha comprato Skype nel 2011 per 8,5 miliardi, nel 2006 Google ha acquisito Youtube per 1,6 miliardi. Nel 2012 il colpaccio, o per meglio dire la scommessa vincente, la fece Mark Zuckerberg comprando Instagram per 1 miliardo di dollari (ora l’azienda vale 100 miliardi di dollari).
Musk ha impegnato 22 miliardi del proprio patrimonio personale per portare a termine l'operazione. Ha venduto i pezzi di famiglia a lui più cari. Si calcola in oltre 19,3 miliardi di dollari (al lordo delle imposte) il valore totale delle azioni Tesla, la casa di super car elettriche dove Musk è amministratore delegato, vendute per pagare la piattaforma social. Per comprare Twitter il patrimonio del multimiliardario di origine sudafricana è sceso sotto i 200 miliardi ma rimane comunque, in termini numerici, pari al Pin annuale dell’interna Ucraina.
Musk dice di aver comprato Twitter per… amore
Musk ha motivato l’acquisto di Twitter spinto dall' "amore" e dalla voglia di "aiutare l'umanità". Si è espresso così: ”Acquisto Twitter perché è importante per il futuro della civilizzazione avere una piazza comune digitale dove un'ampia gamma d'idee può essere discussa in modo salutare senza ricorrere alla violenza”.
Ha poi messo in guardia dal pericolo corrente che il social media si divida in "camere di risonanza della destra o della sinistra che generano più odio e dividono il paese. Nel cercare senza sosta click, i media tradizionali hanno alimentato gli estremi. È per questo che compro Twitter. Non perché è facile, non perché fa soldi. Lo faccio per cercare di aiutare l'umanità che amo. E lo faccio con umiltà, riconoscendo che, nonostante i migliori forzi, c'è una reale possibilità di fallire"
Buoni sentimenti a parte, Musk ha ottenuto quello che ancora gli mancava. Ora è l’uomo più ricco del pianeta che controlla una piattaforma di comunicazione mondiale da 330 milioni di utenti attivi che pubblica 500 milioni di messaggi al giorno.
I licenziamenti sono partiti subito
I licenziamenti sono partiti subito e sono ancora in corso. Musk ha fatto immediatamente piazza pulita dei top manager: il ceo Parag Agrawal, il chief financial officer Ned Segal, il responsabile degli affari legali e della policy Vijaya Gadde e il general counsel Sean Edgett. Tolti dalle scatole i manager non allineati si è passato ai dipendenti. A rischiare il licenziamento è un dipendente su due, per un totale di circa 3.700 posti di lavoro.
I licenziamenti sono partiti via mail. Alcuni dipendenti sono stati licenziati per errore. Molti altri sono stati mandati via prima che la direzione si rendesse conto che il loro lavoro e la loro esperienza era necessaria per costruire le nuove funzioni del social media immaginate proprio dal nuovo proprietario. “Twitter perderebbe oltre 4 milioni di dollari al giorno e ai dipendenti messi alla porta sarebbero stati assicurati tre mesi di paga, che è il 50% in più rispetto a quanto richiesto dalla legge”, spiega lo stesso Musk.
Ma un gruppo di ex dipendenti non ci sta e fa causa. Il 4 novembre una class action è stata avviata al tribunale di San Francisco contro l'azienda di Elon Musk accusandola di non aver ricevuto il preavviso di 60 giorni stabilito dalla legge e di aver appreso del licenziamento solo grazie agli account di lavoro bloccati.
Ma non è finita qui, per chi rimane finisce lo smartworking. “I dipendenti devono essere in ufficio per un minimo di 40 ore settimanali, a eccezione di quelli ‘fisicamente impossibilitati a viaggiare’ o con ‘un obbligo personale critico’. In una riunione convocata un’ora prima ai dipendenti avrebbe detto: “Se potete fisicamente raggiungere l’ufficio e non lo fate, vi considero dimissionari”.
Twitter Blue è stato trollato
Ai dipendenti rimasti Musk ha chiesto di lavorare 24 ore su 24 ai nuovi prodotti come Twitter Blue che prevede d'inserire la spunta blu sul proprio profilo, una versione verificata a pagamento del social, che nei piani di Musk drenerà almeno la metà delle perdite. La spunta blu sul profilo era fino a oggi riservata gratuitamente solo a personaggi famosi, politici e società la cui identità veniva verificata dalla piattaforma con una procedura non facile e neanche veloce. Nella proposta di Musk andrebbe offerta a tutti per 7,99 dollari al mese.
Ma non è andata proprio così. A pochi giorni dal lancio il servizio Twitter Blue è stato sospeso dopo che migliaia di account falsi e parodie sono comparsi sulla piattaforma. Una trollata in piena regola. Poche ore dopo l'introduzione del servizio, infatti, è stato il caos: sono comparsi sui social tantissimi profili che imitavano l'identità di aziende o personaggi famosi.
Il più forte e ironico quello del profilo “verificato” dell'azienda della difesa Lockheed Martin, che annunciava lo stop alla vendita di armi a Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita per la violazione dei diritti umani. Poi il finto account dell'azienda farmaceutica Eli Lilly, che annunciava insulina gratis per tutti, e l’account della falsa Nintendo, azienda di videogiochi storica, che ha pubblicato una immagine di Super Mario mentre faceva il dito medio.
Il nuovo twitter di Musk non rassicura gli inserzionisti: tanti inserzionisti stanno abbandonando. Già all’indomani dell’acquisizione il colosso automobilistico General Motors ha deciso di sospendere la campagna pubblicitaria per “valutare la nuova direzione di Twitter”. Poi L’Oreal, produttrice di prodotti per bellezza, tra i massimi inserzionisti al mondo con 10 miliardi di euro di spesa, ha sospeso la pubblicità sulla piattaforma. Lo riferisce il quotidiano britannico “The Financial Times” citando fonti vicine all’azienda.
Secondo il Wall Street Journal molte aziende stanno pensando di sospendere le spese in inserzioni, se verrà sbloccato l’account di Donald Trump. L’agenzia Reuters riferisce che Ipg, gruppo dell’advertising che rappresenta brand come Coca-Cola e American Express, ha consigliato ai suoi clienti di sospendere le ads su Twitter.
La risposta di Musk è arrivata subito: ”Twitter ha avuto un massiccio calo nei ricavi dovuto ai gruppi di attivisti che fanno pressione sugli inserzionisti, benché non sia cambiato nulla nella moderazione dei contenuti e nonostante abbiamo fatto il possibile per tranquilizzare gli attivisti. Stanno tentando di distruggere la libertà di parola in America”.
L’affaire Donald Trump
Musk supporta da sempre la libertà di parola nella sua accezione totale. Questo fa temere a molti osservatori un cambio di rotta nell’attività di moderazione dei contenuti degli utenti, con un grave peggioramento delle discussioni razziste e che incitano all’odio. Poi c’è la questione Donald Trump che a oggi è ancora bloccato dal social dopo i fatti dell’assalto a Capitol Hill. “Sono molto contento che Twitter sia ora in mani sane e non sia più guidato da lunatici e maniaci della sinistra radicale”. Così l’ex presidente Usa ha commentato l'acquisizione da parte di Elon Musk di Twitter.
Se Trump venisse riammesso nel social, tornerebbe nell’agorà della politica mediatica mondiale con i suoi 90 milioni di seguaci. A oggi è infatti bloccato oltre che su Twitter anche da Facebook e la sua proposta alternativa di social network (visibile solo in Usa e Canada), cioè Truth, non è decollata e lui stesso ha solo 4,9 milioni di followers. In pratica The Donald su Truth parla al suo zoccolo duro mentre su Twitter ha la portata equivalente a un grande media internazionale.
Spin doctor americani vicini ai repubblicani sostengono che The Donald se riammesso su Twitter potrebbe addirittura lanciare per l’occasione la candidatura alle presidenziali 2024. Anche qui Elon Musk ha smentito, chiarendo che nessuna modifica alle politiche di controllo in vigore è stata effettuata. È in corso l’insediamento di un nuovo consiglio di moderazione dei contenuti che sarà composto da persone con diversi punti di vista. Per ora Twitter ha sospeso l'account dell'attrice e comica americana Kathy Griffin perché impersonava in maniera satirica proprio… Elon Musk.