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Si chiama Amazon Labor Union: è il neonato sindacato dei lavoratori del colosso dell’e-commerce Usa del distretto di Staten Island, a New York. Si tratta di un risultato storico: è infatti la prima realtà di Amazon a essere sindacalizzata.
Un risultato ottenuto tra mille difficoltà giacché negli Usa vigono norme – che nessuno è mai riuscito finora a cambiare, neanche Obama – per le quali il sindacato per entrare in azienda deve essere “votato” in maggioranza dai lavoratori. I quali ovviamente subiscono fortissime pressioni a votare no, grazie a un’attività costante di “persuasione” padronale che è consentita dalle leggi e che si chiama union busting. Una pratica che prevede periodiche riunioni antisindacali negli stabilimenti in cui consulenti strapagati e manager incoraggiano i dipendenti a lasciar perdere.
Nonostante queste pressioni, i lavoratori di Staten Island hanno espresso 2.654 voti a favore del sindacato. Secondo il National labor relations board 2.131 lavoratori hanno rifiutato l’offerta sindacale. Amazon ha contestato 67 voti, ma il risultato non è cambiato: il sì è passato quindi con il 55% dei consensi, il 57% degli oltre 8.300 lavoratori in lista.
“Stiamo facendo la storia” ha dichiarato all’agenzia Associated Press Tristan Dutchin, da un anno al lavoro per il gigante e-commerce.
Per capire l'importanza che per i progressisti rappresenta questo risultato, basti pensare che anche la Casa Bianca ha accolto con soddisfazione il risultato. “Il presidente è contento che i dipendenti possano essere ascoltati. È sempre stato un sostenitore del diritto dei lavoratori di organizzarsi per un lavoro migliore e una vita migliore", ha detto la portavoce di Biden, Jen Psaki: “I lavoratori di Amazon hanno fatto la loro scelta”, ha aggiunto.
Fallito invece il tentativo di sindacalizzazione a Bessemer, in Alabama, dove i lavoratori si sono espressi in maggioranza contro il sindacato. L’esito tuttavia non è ancora del tutto scontato, perché il no ha vinto sul filo rasoio (993 no, 875 sì) e 416 voti sono contestati.
Proprio un anno fa in Alabama il movimento sindacale subì una brutta sconfitta. La maggioranza dei lavoratori votò contro l’ingresso nel magazzino del sindacato (il Retail, wholesale and department store union, Rwdsu). Ma fu un voto viziato da tante e tali pratiche di “dissuasione” antisindacale, da parte del gigante tecnologico guidato da Jeff Bezos, che lo stesso governo degli Stati Uniti ne ha dovuto prendere atto, e attraverso la sua agenzia, il National labor relations board (Nlrb), lo scorso novembre 2021 ha stabilito che si dovesse tenere un nuovo voto a Bessemer. Purtroppo almeno ad ora il risultato non è cambiato.