È l’alba di una nuova Europa. La pandemia sta trasformando nel profondo le istituzioni e la “cultura” comunitaria. “Era passata l’idea che il mercato, lasciato libero, poteva risolvere ogni problema, mentre in verità produceva individualismo e precarietà senza precedenti”: così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha introdotto “Il lavoro e un nuovo progetto di Europa”, il primo panel di oggi (domenica 15 novembre) di Futura 2020, moderato dal giornalista Gad Lerner. “Ora invece sta emergendo – ha continuato – che i singoli Stati, le persone, da soli non ce la fanno. Il tema deve tornare a essere, quindi, la centralità del lavoro e della persona”.
Da qui, dunque, la metamorfosi dell’Unione Europea, di cui ha ragionato diffusamente il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, evidenziando gli atti concreti di questa trasformazione. La sospensione fino a tutto il 2021 delle clausole del patto di stabilità (“questo non significa che torneranno in vigore dal 1° gennaio 2022, c’è una revisione in corso”, ha aggiunto), oppure l’immissione di un’enorme mole di risorse, come il Next Generation Eu e i fondi Sure (“del progetto si è discusso per ben 11 anni, poi in tre mesi lo abbiamo realizzato”, ha precisato).
A favorire questo radicale mutamento è stata anche la Brexit. “Finora l’Unione non era mai potuta intervenire su welfare e questioni sociali, limitandosi ai soli affari economici, soprattutto per il veto britannico”, ha illustrato Enrico Letta, direttore della Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici di Parigi. Il tempo è propizio, dunque, per affrontare almeno altre due annose questioni. “La prima riguarda il Sud, nel senso di orientare questa grande massa di investimenti per dare un colpo al gap tra Nord e Sud”, ha ripreso l’ex premier, indicando come secondo tema essenziale quello della tassazione. “È molto difficile avere fiducia nel fisco quando all’interno dell’Unione ci sono ‘paradisi’ come Lussemburgo, Irlanda, Olanda”, ha concluso: “Non solo la Commissione europea, ma anche gli Stati membri devono fare proposte in direzione dell’armonizzazione fiscale”.
Temi ripresi da Annamaria Furlan, che ha puntato l’attenzione proprio sulle prospettive che si stanno aprendo. “L’Unione deve avere un proprio sistema fiscale e una propria politica estera, deve cambiare le proprie istituzioni in modo da evitare i veti incrociati”, ha argomentato la segretaria generale della Cisl, rimarcando anche la necessità di “ripensare profondamente il fiscal compact: non è più possibile un calcolo del pil che non tenga conto della sostenibilità ambientale e sociale”.
Su questo punto, Gentiloni ha annunciato che “nei primi mesi dell'anno prossimo” avanzerà proposte orientate “alla revisione delle regole del patto di stabilità”. Ma questo non deve far dimenticare che “la questione del debito, per un Paese come l'Italia, esiste”. Per il commissario Ue “dobbiamo evitare il rischio che questa crisi porti conseguenze negative sul piano finanziario, visto che tutti avremo un alto livello di debito”. Di conseguenza, l’Italia deve “responsabilmente affrontare nel medio-lungo periodo questo tema, guardando al futuro”.
Un ammonimento che il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri ha raccolto, ricordando a propria volta che il passato non è ancora alle nostre spalle. “Se davvero le tesi neoliberiste sono state superate, allora dovremmo essere pronti a rifinanziare il programma Sure e a ragionare di riduzione di orario di lavoro, di rifinanziamento della sanità pubblica, di politiche fiscali comuni, di solidarietà e di migrazione. La politica ha voglia di fare queste battaglie?”, si è chiesto il numero uno della Uil. Per Bombardieri, insomma, ora “servono strappi, avendo davvero voglia di cambiare le cose”.
Da padrone di casa, Landini ha un po’ tirato le conclusioni della discussione, legando i temi europei all’attualità nazionale, ossia all’incontro previsto per lunedì 16 tra il premier Conte e i leader sindacali sulla legge di stabilità. “Le disuguaglianze sono aumentate in Europa, ma anche in Italia. Il processo di chi diventa sempre più ricco e di chi sempre più rimane in una condizione di povertà va affrontato”, ha affermato il segretario Cgil. Landini ha rivendicato il diritto del sindacato di essere coinvolto nell’individuazione e nella progettazione delle priorità. “Serve una riforma fiscale, visto che in Italia ci sono 107 miliardi di evasione. E bisogna investire in welfare, sanità pubblica, scuola, formazione, asili nido”, ha concluso: “Questo è un pezzo decisivo non solo nel nostro Paese, ma in Europa, così come sono decisive le politiche ambientali e le infrastrutture materiali e sociali”.
(con la collaborazione tecnica di Mauro Desanctis)