Next Generation Eu è, come ben si ricorda, il grande piano di finanziamenti europei per consentire all’Unione e ai singoli Stati di riprendersi dopo il biennio della fase più acuta del Covid. La pandemia avrebbe dovuto aver reso evidente come il potenziamento dei servizi sanitari, a cominciare dalle reti territoriale, fosse indispensabile.

Il Pnrr italiano

La traduzione italiana del piano europeo aveva delineato il potenziamento della sanità di territorio attraverso case e ospedali di comunità, centrali operative, il potenziamento della presa in carico soci- sanitaria e l’aumento della quota di non autosufficienti cui dedicare l’assistenza domiciliare perché “la casa deve diventare il luogo delle cure”.

Bello sulla carta, anche se probabilmente già in fase di redazione del Pnrr si sarebbe potuto, e forse dovuto, appostare più risorse per la sanità, ma sin da subito sono cominciate le dolenti note. Innanzitutto, la mancanza di un piano straordinario di assunzioni di quanti nelle case di comunità dovrebbero operare. E poi la revisione.

I tagli alla Missione 6

Perché ridurre il numero di case e ospedali di comunità? Ritardi nella costruzione? No, non di questo si tratta, ma di non voler destinare quanto stanziato per l’aumento dei costi causati dall’inflazione anche alla sanità. E allora via 414 case di comunità su 1.350, via 76 centrali operative territoriali su 600, via 96 ospedali di comunità su 400, per un totale di ben oltre 2 miliardi di risorse in meno.

“Sostenere che le risorse mancanti a raggiungere gli obiettivi originari del Pnrr si potranno finanziare diversamente o, peggio, prenderle dal Fondo per l’edilizia sanitaria è, a essere buoni, una finzione", dice Cristiano Zagatti, coordinatore Area Stato sociale Cgil nazionale: "Le risorse di quel fondo sono già tutte destinate, pensare di utilizzarle per case e ospedali di comunità significherebbe non ristrutturare ospedali e non costruire quelli nuovi già previsti”.

Per di più, qualora si trovassero le risorse mancanti, non ci sarebbero comunque più i termini temporali che invece il Pnrr impone. Aggiunge, infatti, il dirigente sindacale: “Aver previsto tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi che potranno essere successive alla metà del 2026 suona come una resa da parte del governo. Una sconfitta per l’intero Paese”.

E non finisce qui

A essere ridotti, secondo il progetto che il Governo Meloni ha inviato a Bruxelles, ci sono anche i fondi per il Fascicolo sanitario elettronico (Fse). L’effetto di questa decisione sarà inevitabilmente una limitazione della possibilità di uniformare a livello nazionale i contenuti dei documenti digitali sanitari, le funzioni e l’esperienza utente, l’alimentazione e consultazione da parte dei professionisti della sanità.

Davvero rabbia, visto che tra gli obiettivi che l’Europa ha consegnato ai singoli Stati, insieme ai miliardi di euro, c’è la riduzione dei divari territoriali e sociali. Ebbene, con i tagli alla Missione 6 i divari territoriali e sociali italiani si approfondiranno. Eppure l’Italia ha ottenuto quasi 200 miliardi, stanziamento molto consistente, proprio perché le diseguaglianze da colmare sono notevoli. Ed è purtroppo evidente quanto, ad esempio, il diritto alla salute tra Nord e Sud del Paese non sia uguale.

Mortalità diseguale

A luglio ha fatto caldissimo in tutto il Paese: dai numeri elaborati dal Dipartimento epidemiologico della Regione Lazio, ricavati da una proiezione del ministero della Salute, si scopre che sono 1.500 i morti in più al Sud a causa delle alte temperature. A fare la differenza non sono stati i gradi, ma il sistema sanitario. Possiamo solo immaginare cosa potrebbe accadere nella malaugurata ipotesi che venisse approvata l’autonomia differenziata del ministro Calderoli. E ci piacerebbe sapere il 30% in meno di case di comunità e il 24% in meno di ospedali di comunità dove non saranno realizzati.

Una riforma per il governo irrealizzabile

Sembra davvero che la pandemia non abbia insegnato nulla. Senza case di comunità, la costruzione della sanità di territorio, di cui il Covid ha drammaticamente dimostrato la necessità, non è realizzabile. Per altro vale la pena ricordare che nessuna risorsa ordinaria, perché quelle del Pnrr non possono essere utilizzate per il personale, è stata stanziata per assumere medici, infermieri e professionisti della salute che le case e gli ospedali rimanenti dovranno riempire. “La rimodulazione della Missione 6 - conclude Zagatti - determina le premesse per un inaccettabile stravolgimento del disegno originario, allontanandosi dai bisogni delle persone”.