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“Con la presentazione del Piano Industriale di Tim di ieri sera finalmente il quadro è svelato. Con la nascita della società dei servizi e con la società della rete finisce definitivamente la storia dell’ex monopolista per come l’abbiamo conosciuta”. Lo affermano in una nota le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil all’indomani del Consiglio di amministrazione di Tim convocato per l’approvazione del nuovo piano industriale che conferma le preoccupazione avanzate dalle organizzazioni sindacali nelle scorse settimane e che aveva visto i lavoratori e le lavoratrici del gruppo incrociare le braccia lo scorso 23 febbraio.
"Nel disegno tracciato dall’Ad – prosegue la nota - si profila una storia già vista in questo Paese: si privatizzano gli utili e si socializzano le perdite. Nascerà una società della rete privata di qualsiasi “intelligenza” e di futuro. Alla società dei servizi andranno 28 milioni di clienti, la società dei data center e del cloud nazionale, la cyber sicurezza, l’internet delle cose, il mobile ed il Brasile. Alla società della rete resterà l’onere di investimenti ingentissimi, una struttura che finirà per diventare più una grande realtà di manutenzione che una società moderna e di sistema”.
L’interrogativo che si pongono le organizzazioni sindacali e a chi giova? “In questo disegno si capisce bene la convenienza dell’investitore francese, si stenta a capire il vantaggio che pensano di trarne il Paese e la politica. Alla fine di questo capolavoro si metteranno le mani in tasca ai lavoratori ed ai cittadini per garantire un ritorno di profitto a Vivendì”.
Per Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil il giudizio sugli inquilini di Palazzo Chigi è netto: “Tutto questo lo sta avallando il Governo dei migliori ed i suoi consiglieri corifei del liberismo a spese della collettività”.
Ed allora il punto è che fare? Le segreterie sindacali sono nette: “Il mondo del lavoro non ci sta e si batterà con tutte le sue forze affinché questo scempio non passi impunito. I lavoratori hanno già ampiamente contribuito al rilancio del Gruppo Tim che due anni fa era stato individuato e sostenuto anche dai loro sacrifici. Per la demolizione dell’Azienda che si profila con questo piano di impresa nessuno si illuda di poter chiedere loro ulteriori sacrifici”.