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“La Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza è fortemente prudente e condizionata dalle vicende, dalle risorse e dalle richieste europee”. Questo il commento della vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, dopo l’approvazione da parte del Parlamento dello strumento che serve ad adeguare gli obiettivi programmatici del governo e ad anticipare il perimetro entro il quale prenderanno forma le misure della legge prossima di Bilancio.
Il contenuto e il conseguente scostamento di bilancio, votato contestualmente alla Nota, sono chiaramente l’esito degli effetti economici e sociali che ha avuto la pandemia. Sulle intenzioni del governo pesa anche la seconda ondata di Covid-19 che, nel caso di un suo mancato contenimento, peggiorerebbe il calo del nostro Pil per l’anno in corso e per il 2021, e posticiperebbe la diminuzione del debito.
I presupposti esplicitati sono quelli di una revisione al ribasso delle stime sull’andamento dell’economia italiana per l’anno in corso, in relazione alla contrazione più accentuata del Pil nei mesi di aprile, maggio e giugno, dovuto alla maggiore durata del periodo di chiusura delle attività produttive e della diffusione dell’epidemia rispetto a quanto ipotizzato nel Documento di economia e finanza .
E allora si prevede che il Pil reale per il 2020 diminuisca del 9 per cento rispetto al -8 per cento dello scorso aprile, mentre la previsione viene invece rivista al rialzo per il 2021, con una crescita del 5,1 per cento. Il debito è cresciuto di 23,4 punti percentuali di Pil nell’anno in corso, con una riduzione prospettata già dal 2021, anche se una seconda ondata Covid taglierebbe il prodotto interno italiano di 4,8 punti fra 2021 e 2022. Quest’anno si chiuderà quindi con un’impennata del debito pubblico: 194 miliardi, sopra i livelli della fine dello scorso anno.
Manovra economica e Recovery plan dovranno contribuire alla diminuzione del debito pubblico, ma i rispettivi tempi saranno diversi perché il lavoro dovrà essere iniziato dalla legge di Bilancio, soprattutto con il rifinanziamento di misure già in vigore (come ammortizzatori sociali riservati ai settori più in crisi, bonus 100 euro, decontribuzione al Sud) e con il rilancio di Impresa 4.0, per poi essere proseguito dai fondi europei che non arriveranno prima della metà del 2021.
La Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza fa prospettare quindi interventi principalmente rivolti a sostenere, nel breve termine, i lavoratori e i settori produttivi più colpiti, i redditi e l’occupazione. Quindi il programma è quello di una piena valorizzare delle risorse messe a disposizione dal programma Next Generation Eu per realizzare investimenti e riforme. Molto sarà affidato a quella che è stata annunciata come un’ampia riforma fiscale, che abbia lo scopo di migliorare l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario, riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, insieme con l’introduzione di un assegno universale per i figli.
Per la Cgil il nodo fondamentale è la continuità alle misure di sostegno al lavoro. “Nella legge di Bilancio ci si affida ancora molto alle risorse europee per la partita degli investimenti", spiega Fracassi: "Comprendiamo che è complesso fare un quadro preciso in questa fase, però alcune cose ci devono stare: il tema della riforma fiscale; la partita finalizzata all’occupazione; le questioni legate a sostegno, tutela e creazione di lavoro, in particolare giovanile e femminile, a partire, per entrare nel concreto, dai servizi educativi per l’infanzia che servono ad alleggerire il lavoro di cura e favorire l’occupazione delle donne".
Una delle questioni più nette, prosegue la vicesegretaria generale della Cgil, è la "creazione di posti di lavoro: l’obiettivo del governo sul piano europeo è di raggiungere il 73% di occupazione, e per fare questo devi intervenire in favore di lavoro a giovani e donne. È chiaro che alcune scelte non ci sono e non ci sono le risorse, come nel caso dei contratti del pubblico impiego".
La vice segretaria della Cgil definisce poi preoccupante il calo dei dati macroeconomici, che prevedono un rimbalzo nei prossimi anni, ma è evidente il tratto della lunghezza per recuperare quanto abbiamo perduto. “Oggi – prosegue - abbiamo misure che il governo ha messo in campo, il 10% del Recovery fund, ma a partire dal secondo semestre del 2021, e una lunga fase durante la quale si dovrà continuare a sostenere il lavoro”.
Gianna Fracassi aggiunge che “siamo di fronte a una programmazione scritta nell’incertezza, ma con la certezza che arriveranno risorse. È un’occasione importante, le risorse vanno spese bene, per aggredire le criticità e per tenere alto il profilo dello sviluppo davanti alle grandi sfide che abbiamo di fronte”. Da non dimenticare la partita importante della trasformazione green e della digitalizzazione "sulle quali l’Europa scommette anche con le risorse di Next generation Eu”.
Si torna poi alla necessità di intervenire secondo una visione complessiva, perché questa fase deve “essere vista in modo sistemico rispetto alle politiche e alle risorse. È necessario dare risposte alla necessità di creare lavoro e sul versante sociale, a partire da istruzione e sanità". In questa fase, per concorrere all’obiettivo di recuperare e dare occupazione, devi "partire da un profilo in cui devono fare la propria parte. Ora bisogna che risorse nazionali, risorse europee straordinarie e ordinarie, e anche gli investimenti che possono mettere in campo le imprese pubbliche, vadano tutte nella stessa direzione”.