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“Le previsioni Svimez confermano le nostre stesse preoccupazioni per il Mezzogiorno: un impatto profondo della crisi economica e sociale scaturita dalla pandemia Covid-19, in un quadro già recessivo e divergente con il resto del paese e con una serie di crisi industriali importanti aperte da troppo tempo. Occorre agire al più presto utilizzando al meglio le risorse pubbliche, nazionali ed europee”. Così la vice segretaria generale della Cgil Gianna Fracassi.
“È vero che la caduta del Pil potrebbe risultare inferiore a quella del centro-nord, ma – sottolinea – i calcoli Svimez prefigurano nel 2021 una ripresa più debole per le Regioni del sud, in particolare degli investimenti, senza i quali appare impossibile difendere e ricreare crescita e posti di lavoro”.
Per la dirigente sindacale “il tempo non è una variabile indipendente: è necessario agire al più presto. Per evitare la depressione dell'economia del Mezzogiorno, soprattutto dal punto di vista occupazionale, occorre utilizzare al meglio le risorse pubbliche, nazionali ed europee – sottolinea – indirizzandole verso nuove politiche industriali, sociali e fiscali all'insegna di un modello di sviluppo più inclusivo, innovativo e sostenibile, di cui il Mezzogiorno potrebbe rappresentare l’officina europea nel Mediterraneo”. Per questo per la Cgil “i contenuti del Piano Sud 2030 dovranno essere ridiscussi, aggiornati ma soprattutto accelerati. La creazione di lavoro nel Mezzogiorno, in particolare per giovani e donne, deve rappresentare l'obiettivo da cogliere attraverso l'utilizzo di tutte le risorse disponibili.
“In questa prospettiva – conclude Fracassi – la partecipazione del sindacato alla definizione dei processi, dei programmi e dei progetti di sviluppo e coesione appare indispensabile”.