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Garantire un reddito per i 6-7 milioni di lavoratori esclusi dal decreto “Cura Italia” e una "più giusta e progressiva tutela per le lavoratrici e i lavoratori autonomi": è questo l'obiettivo della proposta avanzata al Governo e alle forze di maggioranza che lo compongono ormai da tre settimane dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS, portavoce Enrico Giovannini) e dal Forum Disuguaglianze e Diversità (ForumDD, coordinatore Fabrizio Barca) e rilanciata in occasione di questo Primo Maggio.
Interventi "temporanei e finalizzati ai più vulnerabili e deboli", spiegano i promotori. Persone che già prima dell’emergenza vivevano in situazioni drammatiche a causa di "disuguaglianze profonde" e che oggi sono "del tutto prive di un sostegno minimo". Infatti, il Reddito di cittadinanza per l’emergenza (REM) riguarda lavoratori a tempo determinato con il contratto scaduto o lavoratori irregolari, cioè chi non beneficia di altri ammortizzatori sociali. Mentre il Sostegno di Emergenza per il lavoro autonomo (SEA) punta a migliorare il bonus di 600 euro per il lavoro autonomo, commisurando il suo valore in funzione delle condizioni economiche del nucleo familiare del lavoratore autonomo. <p></p> <p>"Come prevedibile e previsto - affermano ASviS e ForumDD - l’emergenza sanitaria si è trasformata in emergenza sociale ed economica per troppi cittadini e cittadine. Un Governo che non agisse subito, oltre a commettere una grave ingiustizia, si assumerebbe gravi responsabilità. Quella di impedire a molte persone di programmare il futuro perché costrette a occuparsi di cosa mettere sulla tavola per sé e per i propri figli. Quella di esporli alle proposte della criminalità organizzata, che sta espandendo lo strumento dell’usura. Quella di far perdere proprio nei più deboli ogni fiducia nello stato democratico, incapace di attuare la Costituzione. Con il rischio - concludono ASviS e ForumDD - di alimentare rabbia sociale attraverso una guerra tra poveri che potrebbe disgregare società e relazioni". </p>