Nell’isola e in Calabria il rischio di non impiegare tutte le risorse disponibili non solo è reale, ma è quasi già consolidato. Molti Comuni non hanno presentato i progetti per partecipare ai bandi su asili ed economia circolare, per scarsa capacità progettuale ma anche perché mancano le risorse per far, funzionare i servizi. Questa la denuncia più sostenuta che illustrano Angelo Sposato, segretario generale della Cgil calabrese; e Alfio Mannino, segretario generale della confederazione siciliana. Per di più, per quanto riguarda la Calabria, ricorda il dirigente sindacale, si sconta anche il ritardo istituzionale e amministrativo causato dalla sostanziale immobilità della Regione che negli ultimi anni è stata amministrata da un reggente. Ritardi, che anche grazie a una buona “collaborazione” tra la nuova giunta e le organizzazioni sindacali, si sta provando a superare.
Migliore la situazione in Puglia. "Qui – ricorda Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil regionale – è stata data attuazione al Protocollo del 23 dicembre sulla Governance del Pnrr. Stiamo provando a utilizzare al meglio le risorse disponibili puntando sulle infrastrutture, ovviamente mettendo al centro la buona occupazione”.
Tra le preoccupazioni di Alfio Mannino vi è quella di non avere una struttura burocratico-amministrativa degna di questo nome. Non a caso la prima domanda pressante rivolta al governo regionale è stata quella di dar vita a un’agenzia regionale per lo sviluppo in grado di supportare gli enti territoriali nella messa a terra del Pnrr. E poi, tra le richieste: vi è quella che i grandi player nazionali, da Rfi a Eni e non solo, vadano a investire in Sicilia.
Anche il segretario della Cgil pugliese sottolinea la grande difficoltà degli enti locali di fare progettazione, per questo aggiunge: “Abbiamo messo a disposizione un fondo di rotazione regionale ed è stato fatto un patto importante con Upi e Anci, affinché si possa fare con loro un lavoro su progettazione e utilizzo delle risorse”.
È ottimista Sposato, ritiene che si punta sull’innovazione digitale per la sua terra sarà possibile recuperare tempo e divari. In realtà, l’ottimismo – certamente quello della volontà e del fare – è il tratto comune dei dirigenti regionali della Cgil.