Non è piaciuta ai sindacati la tempistica adottata dal governo nello stabilire l’incontro per trattare della legge di stabilità: la manovra è stata prima approvata a Palazzo Chigi, nel pomeriggio, e solamente poi, in serata, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con i ministri Roberto Gualtieri, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli, si è collegato via web con le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil guidate dai rispettivi segretari generali, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri.

Ma non è stata solamente la mancata consultazione preventiva a essere oggetto del contendere tra governo e sindacati. Innanzitutto a pesare sul dialogo i 400 milioni messi a disposizione dal governo per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione. Una cifra assolutamente insufficiente per i sindacati, pronti a proclamare lo sciopero del settore e ai quali non bastano, ad esempio, gli aumenti ristretti solamente ad alcune figure professionali in sanità e nemmeno le assunzioni previste nella scuola. Conte ha quindi messo in campo il riproporsi di nuove e diverse disuguaglianze affermando che “un impiegato pubblico oggi, non muovendosi da casa, può esercitare la propria attività con risparmio di tempo e risorse, mentre molte altre categorie stanno soffrendo veramente”. Per Cgil, Cisl e Uil è però necessario “fare di più”.

Botta e risposta sul tema della non autosufficienza tra Landini e il ministro dell'Economia il quale ha voluto sottolineare l’importanza di avere messo nella Manovra 100 milioni aggiuntivi per il Fondo ad hoc. "Ma noi chiediamo una legge specifica per la non autosufficienza", ha ribattuto il leader della Cgil portando Gualtieri ad ammettere che su questo capitolo, come su quello delle pensioni, bisognerà fare scelte e individuare priorità". A seguirlo anche la ministra del Lavoro la quale ha allargato il campo, assicurando la disponibilità a proseguire il confronto sugli ammortizzatori, la non autosufficienza e la previdenza".

In materia di fisco è stato nuovamente chiesto di affrontare una discussione vera per arrivare a una riforma, come per gli sgravi sulle assunzioni che, secondo Landini devono essere “utilizzati per incrementare l'occupazione e non per sostituire l'occupazione".

Per Landini è importante ora “estendere il metodo di confronto usato per il Protocollo sulla sicurezza del lavoro e sui licenziamenti”: “Ora i margini sono oggettivamente più ristretti rispetto a un incontro che potevamo fare prima”. Le richieste dei sindacati, infatti, a questo punto potranno essere soddisfatte solamente attraverso gli emendamenti che saranno presentati (presumibilmente dal governo) al testo della manovra durante il suo iter parlamentare di approvazione.

Dal canto suo il presidente del Consiglio, specificando prima di non avere mai parlato di metodo della concertazione, ha poi chiesto ai sindacati d lavorare insieme per una riforma complessiva del Paese e di confrontarsi anche sul Recovery fund. Atteggiamento che, nonostante le persistenti distanze tra gli interlocutori, è parso conciliante e al quale Landini ha risposto che, senza soffermarsi sulla terminologia,  quanto conta è procedere con il confronto preventivo, "non solo quando si parla di licenziamenti e cassa integrazione, ma anche su tutti gli argomenti sul tavolo", come dovrà accadere l’anno prossimo per la riforma delle pensioni.