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Un nuovo metodo di dialogo, costante nel tempo e fondato sul confronto preventivo all’assunzione delle decisioni. È quanto chiedono Cgil, Cisl e Uil nel comunicato unitario messo a punto a seguito dell’incontro sulla legge di Bilancio con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i ministri di Economia, Lavoro e Sviluppo economico, Roberto Gualtieri, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli.
La manovra è infatti stata presentata due ore dopo la sua approvazione, mentre, spiegano Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri, “le decisioni economiche, produttive, sociali che il nostro Paese e l’Europa sono chiamati a compiere per ridurre le diseguaglianze esistenti, creare lavoro stabile e in risposta alla grave crisi sanitaria ed ambientale che stiamo vivendo, richiedono il massimo di condivisione, di unità e di coesione sociale”.
Numerose le questioni di merito sollevate dai sindacati durante la riunione e per le quali è stato chiesto al governo di “assumere impegni precisi” offrendo nel contempo la piena disponibilità “ad affrontare con responsabilità così come accaduto nella fase più difficile della pandemia, le singole partite”.
Tra i principali temi gli investimenti pubblici a favore dello sviluppo come dei lavoratori, i contratti del pubblico impiego, il fisco, gli investimenti e le politiche industriali (per i quali al momento non c’è un quadro di visione ma solamente una serie di incentivi). I sindacati sottolineano come abbiano indicato da tempo come priorità “protezione e creazione di lavoro di qualità, rafforzamento del sistema sanitario - utilizzando tutte risorse disponibili a partire da quelle europee e a partire dal Mes - e istruzione”. Tutte leve per la crescita del Paese e risposte agli effetti economici e sociali della pandemia.
Bene, secondo i sindacati, il recepimento nella legge di Bilancio dei contenuti dell’accordo sulla proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione, così come l’avere reso strutturale la nuova detrazione sul lavoro dipendente, benché debba essere ulteriormente qualificata e migliorata.
Insufficienti, invece, le risorse previste per una giusta riforma fiscale, che possa essere strumento di equità e di crescita e riduca la pressione fiscale su lavoratori dipendenti e pensionati”. Anche la contrattazione pubblica e privata necessita di un rafforzamento, attraverso strumenti come la defiscalizzazione degli aumenti contrattuali e l’incremento in legge di bilancio delle risorse finanziarie per i contratti pubblici, giudicati da Cgil, Cisl e Uil insufficienti. Quindi non può più essere rimandato un piano di assunzioni che consenta soprattutto nei settori come sanità, istruzione e servizi educativi, “di rispondere agli effetti più pesanti dell’emergenza sanitaria e sociale”.
Nuove sollecitazioni sono state indirizzate al governo affinché si prosegua con il confronto sulla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive inserendo in Manovra maggiori risorse per rafforzare i Contratti di solidarietà, prolungare la Naspi, potenziare i centri per l’impiego e politiche attive del lavoro, attualmente insufficienti, e le tutele ai lavoratori più fragili.
Pollice verso anche sul piano delle politiche industriali: “si conferma infatti la scelta di utilizzare lo strumento dell’incentivazione e della decontribuzione senza definire le necessarie condizionalità a partire dall’applicazione dei contratti nazionali e dal contrasto alla precarietà e la necessaria cornice che sappia indirizzare le risorse ai settori strategici e a quelli più in crisi”. Viene poi catalogato come inaccettabile per i sindacati l’assenza nel ddl Bilancio delle risorse e del quadro di riferimento “per affrontare il tema della non autosufficienza che ha impatti pesanti nella condizione materiale delle famiglie e delle donne in particolare”.
Sollevate tutte le criticità della manovra, i sindacati attendono ora i nuovi appuntamenti con il governo, affinché le modifiche richieste possano essere concordate e introdotte nel disegno di legge attraverso una serie di emendamenti e infine tornano a chiedere che anche sull’utilizzo del Recovery fund siano fissati incontri in tempi brevi, prima che le decisioni siano assunte, per dare “risposte che consentano oggi di fare, tutti insieme, passi avanti nell’interesse collettivo del Paese”, sapendo "cogliere le sfide dell’innovazione e della riconversione ecologica" e "determinando le condizioni per creare occupazione e benessere".