Ben 54 miliardi per 102 proposte concrete. Questa è la “Controfinanziaria” presentata da Sbilanciamoci! questa mattina, 4 dicembre. Come fare è semplice: tagliando le spese militari che Meloni, Giorgetti e Crosetto aumentano di ben il 12%, eliminando i finanziamenti miliardi che Salvini ha imposto per il Ponte sullo stretto, opera inutile e dannosa, recuperando 20 miliardi per i sussidi ambientalmente dannosi, facendo pagare più tasse ai super ricchi, alle transazioni finanziarie e agli extra profitti e facendo pagare gli evasori.

La manovra del governo taglia risorse al fondo affitti, all’istruzione e all’università, alla sanità. Non finanzia adeguatamente il trasporto pubblico locale, i fondi per la non autosufficienza e la povertà mentre taglia risorse agli enti locali e quindi al welfare locale. E per di più riesce a tagliare anche il fondo per l’automotive, proprio quando la crisi del settore esplode in tutta Europa.

La controfinanziaria sul fisco

Mentre il governo pensa al concordato preventivo, Sbilanciamoci! propone di portare la tassazione sulle rendite finanziarie dal 26 al 30%, con un aumento di gettito di 500 milioni di euro. Per quanto riguarda poi la tassa di successione, grazie al Governo Berlusconi tra le più basse d’Europa, la proposta è presto fatta: portare la franchigia a 1 milione di euro, indipendentemente dal numero di eredi in linea diretta, e raddoppiare le attuali aliquote: dal 4 all’8%, dal 6 al 12% e dall’8 al 16%. In questo modo si passerebbe dall’attuale gettito di 831 milioni di euro a 2,8 miliardi di euro. La stragrande maggioranza delle successioni piccole e medie sarebbe così esente, ma non le successioni delle grandi ricchezze. Le maggiori entrate così ammonterebbero a quasi 2 miliardi di euro. E non finisce qui, basti pensare che introducendo tre nuovi scaglioni Irpef per i redditi più alti si potrebbero ottenere quasi tre miliardi di gettito in più ogni anno.

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La controfinanziaria per il lavoro

È questo il cuore della proposta di Sbilanciamoci! Tutta la manovra dovrebbe avere al centro il lavoro e le politiche industriali coerenti con un diverso modello di sviluppo e sociale. Da qui la necessità di dare vita a un’agenzia per le politiche industriali e il lavoro. Quanto costa e per fare cosa? Con “uno stanziamento complessivo di 6 miliardi di euro per: a) sostenere i processi di transizione del sistema industriale verso la riconversione ecologica; b) sostenere i processi di innovazione e adeguamento tecnologico del sistema imprenditoriale; c) realizzare politiche di formazione e di reskilling dei lavoratori in transizione dalle vecchie alle nuove produzioni ecologicamente e socialmente sostenibili; d) costituire un fondo di protezione sociale per le situazioni di crisi industriale a favore dei lavoratori”. E poi i fondi per sostenere i settori produttivi di interesse nazionale e la revisione del sistema previdenziale, e molto altro ancora.

La controfinanziaria e i diritti di cittadinanza

Dalla salute all’istruzione, dalla lotta alla povertà alla ricerca scientifica, dalla mobilità sostenibile alla non autosufficienza in un Paese che invecchia, fino ad arrivare alle politiche di inclusione dei migranti che da problema diventano risorsa. Ovviamente si comincia dalla cancellazione del protocollo Italia-Albania. Ed ancora: l’ambiente come risorsa ed occasione di futuro, non come inciampo. Un numero su tutti? 9 miliardi di finanziamento aggiuntivo per la sanità pubblica per il 2025. Altro che il mare di risorse di Meloni.

La controfinanziaria e la pace

Occorre passare dall’economia di guerra all’economia di pace e dei diritti. All’Italia non servono armi ma scuole, reti di mobilità collettiva, servizi per gli anziani e i bambini, presidi sanitari. Tagliando l’acquisto di nuovi strumenti di armi si guadagnano 3 miliardi e 700 milioni, e tagliando i programmi militari finanziati dal ministero delle Imprese e del Made in Italy rimarrebbero nelle casse dello Stato altri 1.750 milioni di euro.

Quella proposta da Sbilanciamoci! è proprio un’altra idea di società. Meloni vuole l’Italia in balia del mercato e del lasciar fare, dove ciascuno è solo con se stesso, tutto ciò che è pubblico si ritrae e per chi non ce la fa al massimo un po’ di carità. Quello illustrato nel Rapporto annuale di Sbilanciamoci! “Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente”, invece, è il modello sociale scritto nelle pagine della Costituzione con al centro i diritti e il benessere collettivo.